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La lite

"Se sapeste come fa a lavorare...", Magalli insulta Adriana Volpe su Facebook

31 marzo 2017 | 15.06
LETTURA: 4 minuti

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Lo scontro fra Adriana Volpe e Giancarlo Magalli continua e il botta e risposta si fa sempre più social e più duro. La conduttrice non perdona infatti al collega - che l'aveva accusata in diretta di essere una "rompipalle" - un commento a un post di Walter Giannò, nel quale Magalli si difende dalle accuse di maschilismo. Alle rimostranze di Giannò, che ne invoca neanche troppo velatamente le dimissioni paragonando la vicenda al 'caso Perego', Magalli risponde: "Insulti vergognosi? Ma hai visto quello che è successo o parli solo per sentito dire? [...] Ma io ce l'avevo solo con lei, non con le donne che ho sempre rispettato e che forse - affonda il conduttore Rai - si sentirebbero più insultate se sapessero come fa a lavorare da 20 anni..."

Un commento che la conduttrice non ha preso per nulla di buon grado e al quale oggi replica chiedendo "giustizia": "Come Adriana Volpe - scrive infatti su Facebook - posso piacere o non piacere, posso avere anche detrattori sul profilo professionale, ma come donna NO, in quanto donna devo essere rispettata sul posto di lavoro . Persevera con un comportamento sessista e maschilista. Ora voglio giustizia, per me e per tutte le donne che subiscono insulti e offese sul lavoro. Quanto è difficile sorridere in diretta, lo faccio per tutte le persone che lavorano per questo programma e per rispetto ai telespettatori". E chissà se ora la guerra fra i due conduttori passerà dallo studio tv alle aule dei tribunali.

Nel tardo pomeriggio, evidentemente ancora scossa, Adriana Volpe torna a parlare su Facebook del commento di Magalli, rincarando la dose e facendo riferimento ad "angherie e critiche" subiti dalle donne sul posto di lavoro "per retaggi culturali duri a morire": "Scrivere che le donne "si sentirebbero più insultate se sapessero come fa a lavorare da 20 anni" è gravissimo! Offende me, danneggia mio marito, e la Rai. Fa passare il messaggio che la Rai seleziona secondo logiche di letto e non professionali, non per meritocrazia. Sono offesa perché oggi non solo non mi ha chiesto scusa, ma ha detto che se dovesse essere costretto a chiedermi scusa, sarebbero scuse finte e non sentite. Che vergogna! Condivido con voi quello che sto vivendo, perché non sono l'unica a subire offese ed essere screditata professionalmente. Spero che sia fatta giustizia anche in nome di tutte le donne che in qualsiasi posto di lavoro subiscono angherie e critiche per retaggi culturali duri a morire".

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