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Cinema: il lavoro è un festival, al via il Working Title Film

26 aprile 2017 | 15.38
LETTURA: 8 minuti

Una scena del film di apertura del Working Title Film Festival, 'Maquinaria Panamericana' di Joaquin Del Paso
Una scena del film di apertura del Working Title Film Festival, 'Maquinaria Panamericana' di Joaquin Del Paso

(Adnkronos/Cinematografo.it) Working Title Film Festival, il festival del cinema del lavoro, torna a Vicenza, da giovedì 27 aprile a lunedì 1 maggio, con una seconda edizione dallo spiccato taglio internazionale. Due film in prima visione europea, cinque in prima visione italiana, otto in prima visione veneta, tre in prima vicentina e uno in prima visione assoluta: in tutto sono 20 le opere che saranno proiettate e presentate da registi internazionali nei cinque giorni di festival al Cinema Primavera. Di questi, 17 fanno parte del concorso internazionale che vedrà la premiazione la sera del Primo maggio, festa dei lavoratori. Proprio il lavoro è il filo rosso tematico che connette un programma ricco, che coinvolge tre spazi della città. Oltre al Primavera, infatti, altri eventi sono ospitati dal Polo Giovani B55, sede di due dibattiti il 27 e 28 aprile, e da Exworks sede di un’installazione video e di una festa. Il programma completo e dettagliato è pubblicato in un catalogo di 40 pagine distribuito gratuitamente e sul sito www.workingtitlefilmfestival.it. L’iniziativa è diretta da Marina Resta.

"La seconda edizione del festival - ha affermato il vicesindaco e assessore alla crescita del Comune di Vicenza Jacopo Bulgarini d’Elci - apre in modo deciso lo sguardo su quanto accade nel mondo. Non solo in relazione alla cinematografia e all’attività di giovani talenti, ma anche rispetto al tema stesso della rassegna, ovvero il lavoro. Riflettere su come esso muta, in particolare in questo occidente in cui ciò che si fa fino ad oggi ha definito anche chi si è, è cruciale per aiutarci ad affrontare i profondi cambiamenti in atto e a immaginare soluzioni per correggerne le storture". L’evento, promosso dall’associazione Lies Laboratorio dell’inchiesta economica e sociale in collaborazione con l’assessorato alla crescita del Comune di Vicenza e con la direzione artistica della filmmaker Marina Resta. Rispetto all’edizione d’esordio del 2016 il festival presenta la novità di un concorso internazionale: 17 film sono stati selezionati fra 54 candidati; nove provengono dall’Italia, due dal Belgio, due dalla Germania, uno a testa da Olanda, Grecia, Giappone e Canada. Nessun limite di genere né di durata per i titoli in concorso: 13 documentari, due film di finzione, uno di animazione e un ibrido fra documentario e animazione. Ben 11 le registe donne su un totale di 26 registi, e una forte attenzione alle opere prime e alla 'fucina' delle scuole di cinema europee: 22 registi su 26, pari all’85%, sono under 35. "I film in concorso raccontano con linguaggi diversi il mondo del lavoro contemporaneo - ha spiegato la direttrice artistica Marina Resta - Un mondo in cui la fabbrica, emblema del lavoro novecentesco, é sempre meno presente, in cui la crisi economica, sociale e identitaria e il tratto predominante, in cui le persone non smettono di cercare creativamente nuove prospettive".

Sono inoltre in programma tre film fuori concorso: 'Maquinaria Panamericana', film di apertura del festival la sera del 27 aprile, opera prima del messicano Joaquin Del Paso (seconda visione italiana dopo la premiére al Torino Film Festival), e 'Refugee in Italy' e 'Cittadini del nulla' di Razi Mohebi e Soheila Javaheri, registi rispettivamente afghano e iraniana, che vivono e lavorano da rifugiati politici a Trento, a cui è dedicato un omaggio la sera del 28 aprile. Il festival non si limiterà a portare sullo schermo opere mai viste a Vicenza: ben 21 fra registi e produttori saranno ospiti in città e presenteranno in prima persona i propri film, dialogando con il pubblico e dando vita a un’atmosfera di autentico scambio culturale e artistico. Le proiezioni si terranno tutte al Cinema Primavera (via Ozanam 11), giovedì 27 e venerdì 28 aprile in orario serale (alle 21), sabato 29, domenica 30 e lunedì 1° maggio fin dal pomeriggio (con tre fasce orarie: 16.30, 19 e 21). La giuria, formata dai registi Razi Mohebi, Soheila Javaheri e Francesco Clerici, dalla giornalista di Alias/il manifesto Maria Grosso e dalla critica cinematografica Chiara Zanini, assegnerà due distinti premi: uno per il migliore fra i sette film 'lunghi' (sopra i 50 minuti di durata), e uno per il più bello fra i 10 'corti' (sotto i 50 minuti). Il premio consiste in un oggetto di artigianato digitale ideato e realizzato ad hoc dal FabLab Dueville. Un riconoscimento speciale, il Premio Campo Lungo, sarà offerto da Coldiretti Vicenza al film che, fra quelli in concorso a tematica 'verde', meglio racconta il lavoro nell’agricoltura, nella pesca, nell’allevamento, e il rapporto fra il lavoro e l’ambiente naturale. Infine, la sera del Primo maggio saranno proiettati i documentari cortometraggi realizzati dagli studenti della classe 5D del Liceo Artistico a indirizzo audiovisivo e multimediale Boscardin, al termine di un laboratorio di linguaggio audiovisivo sul cinema documentario curato da Marina Resta da gennaio ad aprile 2017.

Due i dibattiti in programma, entrambi al Polo Giovani B55 (contra’ Barche 55) e ad ingresso gratuito, riconosciuti dall’Ordine dei Giornalisti per la formazione professionale. "Abbiamo scelto, nei due dibattiti in programma, di guardare al lavoro da due punti di vista di frontiera - ha precisato il vicepresidente dell’associazione Lies Laboratorio dell’inchiesta economica e sociale Giulio Todescan - Da un lato la frontiera tecnologica dell’automazione, che sta rivoluzionando molti settori e generando grandi opportunità, ma anche ripercussioni negative sull’occupazione. Dall’altro - prosegue Todescan - la frontiera superata da chi, richiedente asilo, raggiunge l’Italia e l’Europa per costruirsi una nuova vita, aspirando a trovare un lavoro dignitoso. Un incontro tutt’altro che facile, fra gli ostacoli delle normative e il rischio di cadere in una condizione di clandestinità di fatto quando la domanda di asilo viene respinta". 'Platforms. Come piattaforme web e robot cambiano le forme del lavoro' è la tavola rotonda in programma giovedì 27 aprile alle 18.30, il tema è quello dell'impatto della robotizzazione e delle piattaforme digitali sul lavoro, messo in luce anche in Italia dai casi Uber e Foodora. Ne discuteranno Riccardo Staglianò, giornalista de 'La Repubblica' che presenterà il suo libro 'Al posto tuo. Così web e robot ci stanno rubando il lavoro' (Einaudi, 2016), Alessia Camera, digital marketing manager vicentina che vive e lavora a Londra e collaboratrice di 'Wired', Maurizio Busacca, cultore della materia in Critical Management Studies all’Università Ca’ Foscari e PhD student allo Iuav. Venerdì 28 aprile sempre alle 18,30 sarà la volta di 'Richiedenti asilo, rifugiati e lavoro. Cineasti, giornalisti e operatori sociali a confronto, per scardinare i luoghi comuni', una discussione fra operatori sociali, richiedenti asilo, registi e giornalisti sulle questioni, legate a doppio filo, dei richiedenti asilo e del lavoro. I relatori sono Anna Bertrand (rete SenzaAsilo, Torino), Arouna Camara (richiedente asilo, servizio civile presso Arci Servizio Civile, Vicenza), Enrico Ferri (giornalista, Associazione Articolo 21), Soheila Javaheri (regista e montatrice, rifugiata politica a Trento), Razi Mohebi (regista e attore, rifugiato politico a Trento) e Lara Scantamburlo (progetto Sulla Soglia, Vicenza).

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