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Teatro: sold out a Milano per lo spettacolo di Giusy Versace

15 giugno 2017 | 17.38
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 - Da sinistra Vittore De Carli presidente Unitalsi Lombardia, Giusy Versace, Elisa Duvia e Alfredo Versace
- Da sinistra Vittore De Carli presidente Unitalsi Lombardia, Giusy Versace, Elisa Duvia e Alfredo Versace

L’affermazione a “Ballando con le stelle” nel 2014, poi il ruolo nella conduzione - 2015-2016 - della “Domenica sportiva” hanno accresciuto la popolarità di Giusy Versace tanto da farne interprete protagonista della trasposizione sul palcoscenico - che ha debuttato mercoledì 14 giugno, al teatro Manzoni, sold out, di Milano - dell’autobiografico “Con la testa e con il cuore si va ovunque”.

Ma lei, che un incidente stradale nel 2005 aveva privato delle gambe, non era ignota da allora né al mondo dello sport - atleta paralimpica a Rio de Janeiro - né all’universo del volontariato. Pellegrina a Lourdes nel 2006, vi aveva incontrato l’Unitalsi, l’associazione di cui, oltre che testimonial, è militante: finora ha accompagnato sette volte gli ammalati al santuario pirenaico. A Lourdes, ha dichiarato, “Davanti a Dio, siamo tutti piccoli e uguali ha dichiarato - a Lourdes la differenza la fai tu con il tuo cuore e il tuo spirito”.

“Con la testa e con il cuore si va ovunque”, avrebbe scritto poi, un progetto di vita che in teatro ha preso ulteriore consistenza, con il coronamento a Milano dello spettacolo per la regia di Edoardo Sylos Labini. Sul palco anche il ballerino Raimondo Todaro e il cantante Daniele Stefani. Mentre l’intero incasso è stato devoluto a Disabili No Limits, l’onlus creata e guidata dalla stessa Versace. Lasciati gli applausi milanesi in autunno si replicherà in gran parte d’Italia, da Venezia a Firenze, da Bologna a Roma lungo una tournée carica di temperamento, volontà e grande fede.

D'altornde ieri sera ha saputo incantare ed emozionare il pubblico di un teatro Manzoni già tutto esaurito da diversi giorni, interpretando se stessa nella sua seconda vita. Quella senza gambe, quella iniziata in quel tragico 22 agosto del 2005 ma che, come sottolinea nelle battute finali, l’ha resa una donna migliore. Un messaggio forte, epilogo di uno spettacolo di un’ora e 10 minuti, diretto dal regista e attore Edoardo Sylos Labini, che è stato un crescendo coinvolgente di emozioni e messaggi positivi.

Come accade nell’omonimo libro da cui è tratto, il sipario si alza sugli ultimi minuti che precedono l’impatto contro il guard-rail sulla Salerno Reggio Calabria. La prosa, incalzante e piena d’angoscia, è alternata da un ballo molto intenso con Raimondo Todaro sulle note de “La Cura” di Franco Battiato, riarrangiata da Daniele Stefani e accolto da fragorosi applausi. Il pathos è molto forte e aumenta ancora di più nelle successive scene quando Giusy si risveglia in ospedale e vede il lenzuolo vuoto dal ginocchio in giù. Anche qui, le note di “Bohemian Rhapsody” dei Queen e un paso doble con Todaro fanno venire i brividi e calano il pubblico nel dolore di quei momenti.

Il registro cambia e diventa più leggero dal momento in cui inizia il percorso riabilitativo e Giusy entra in un nuova dimensione, conosce il popolo degli invalidi e assapora una nuova normalità. Giusy e Raimondo si esibiscono in un freestyle in carrozzina sulle note del brano scritto e composto da Stefani “Non aver paura”, concluso con l’ovazione del pubblico.

Da lì lo spettacolo diventa un crescendo di pagine e passaggi ironici e pieni di positività. I primi passi, la prima volta al mare, l’incontro con il fidanzato Antonio (che entra in scena fischiettando), la prima corsa assieme al fratello Domenico, il tutto intervallato da un Jive sulla musica di Elvis Presley, fino ad arrivare ad un altro importante tassello di questa storia: Il viaggio a Lourdes. Un viaggio che rappresenta una svolta importantissima, ovvero il momento in cui Giusy elabora il dolore e lo trasforma in nuova forza. Il video della sua testimonianza di fronte ai fedeli è da pelle d’oca, un discorso che rappresenta il suo “manifesto” di vita e di fede, seguito dalle vibranti note della canzone Hallelujah di Leonard Cohen, reinterpretata da Stefani.

Si apre poi il capitolo atletica leggera. Sul mega schermo scorrono i suoi successi, quelli che l’hanno resa una donna potente e libera. Un’altra sfida affrontata e vinta a testa alta, a dispetto di chi non credeva in lei, che ha particolarmente emozionato il pubblico il quale ha ripagato con un lunghissimo applauso.

L’ultimo ballo è l’emblema della felicità. Con le protesi da corsa tempestate di Swarovsky, Giusy e Raimondo volano leggiadri in un quickstep che li ha resi invincibili anche a “Ballando con le Stelle” sulle note di “Sing, Sing, Sing” e il pubblico, in piedi, accompagna con un applauso ogni passo.

Il finale, come nel libro, è uno straordinario elenco di cose belle e positive che Giusy ha imparato dall’incidente ad oggi, un elenco che racchiude il segreto del suo successo e il motivo del suo sorriso: “Oggi sono una donna migliore, più ricca. Se avessi una bacchetta magica e un solo desiderio da esprimere, una cosa è certa… non tornerei mai indietro!” e anche qui, standing ovation.

''Vedere un Manzoni così gremito e sentire tutti quegli applausi è stata una grandissima emozione – ha dichiarato la Versace - Sentivo l’energia che saliva dalla platea e, a mia volta, spero di aver trasmesso anch’io al pubblico forti sensazioni e messaggi positivi. D’altronde questo era lo scopo per cui ho scritto il libro e portato in scena questo spettacolo. Non mi aspettavo infine di vedere così tanta gente aspettarmi nel foyer per autografare le copie del libro. È stato tutto meraviglioso, come vivere in un sogno”.

Lunga la lista dei vip presenti in sala. Da Giorgia Surina a Valeria Marini, Platinette, Jo Squillo, Simona Atzori, Luna Berlusconi, Vince Tempera, Alma Manera, Sarah Maestri, Federica Di Martino, Paola Lavini, Alessandra Moschillo, Mino Taveri e Roberta Ferrari.

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