cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 10:38
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Cinema: Marina Marzotto, eiaculazione precoce problema dei film italiani

14 luglio 2017 | 11.31
LETTURA: 5 minuti

Marina Marzotto
Marina Marzotto

"L'industria audiovisiva italiana soffre di eiaculazione precoce". Marina Marzotto lo dice, poi sorride e tace un momento, come un bambino quando sa di aver fatto una marachella, ma la sostanza del suo pensiero la produttrice cinematografica e presidente dell'Agici (Associazione Generale Industrie Cine-audiovisive Indipendenti) la conferma tutta: "Troppo spesso si parte su una premessa carina, divertente, con gli attori giusti che si associano, ma poi - afferma conversando con l'AdnKronos - i contenuti non vengono sviluppati, i copioni non acquistano spessore, non individuano un target preciso". "C'è un prodotto medio, una sorta di commedia copia-incolla con una viratura romantica e qualche tema sociale; un prodotto che pur essendo di brevissimo respiro è dilagato ed ha assorbito risorse, pubbliche e private", lamenta Marzotto che sottolinea poi una specificità italiana solo apparentemente positiva: "Siamo gli unici al mondo ad avere il genere del 'film d'autore', che però non è un genere, e questo crea dei bei problemi: quando propongo un prodotto così a interlocutori stranieri mi chiedono sempre 'ma precisamente cos'è, in quale genere rientra, dove lo metto?', e la mancanza di una risposta chiara li scoraggia".

"Mi capita di ricevere un soggetto, un copione, di cercare di approfondire e alla domanda 'che film vuoi fare?' mi sento rispondere: 'Romantico-avventuroso, un po' fantastico ma che risponda a esigenze di comunicazione sociale, diciamo d'autore'. Un'identità confusa non si vende, all'estero soprattutto non ha mercato", scandisce Marzotto. Proprio 'identità' e 'mercato' sono le due parole chiave dell'associazione presieduta da Marzotto che ha appena cambiato nome, dopo dieci anni di vita, da Agpci (Associazione Giovani Produttori Cinematografici Indipendenti) a Agici (Associazione Generale Industrie Cine-audiovisive Indipendenti). Cambia dunque l'identità dell'associazione, che diventa più 'industriale' e ambisce ad 'accompagnare' le realtà associate sul mercato, favorendo passaggi chiave come la ricerca di capitali, pubblici o privati che siano, e l'individuazione di partner.

"Più che quello del nome è fondamentale il cambio dello Statuto - spiega Marzotto - oggi rappresentiamo soprattutto i produttori che sono fra il 70 e l'80% delle aziende associate, a loro volta composti per un terzo circa da aziende giovani e addirittura start up, ovviamente tutti indipendenti. Per questo nello statuto individuiamo fra le caratteristiche necessarie ad associarsi l'essere società, persone giuridiche, e soggette alla fiscalità italiana, con i parametri richiesti dal Mibact per accedere ai fondi nazionali e regionali". Proprio nell'accesso ai fondi pubblici, a proposito dei quali come nel reperimento di quelli privati, l'Agici vuole fare da guida ai suoi associati, così come vuole creare "una sorta di distretto virtuale dove gli associati possono diventare partner per specifiche produzioni, ciascuno con la forza della sua professionalità", sottolinea Marzotto che 'targa' poi il tutto con la definizione di 'collective economy'. L'attenzione dell'Agici comunque, come quella di tutti gli attori del settore, è puntata sui decreti attuativi della legge sul cinema, nuovo punto di partenza per conti e progetti dell'industria italiana di contenuti video, dal cinema al web.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza