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Venezia: Bardem & Cruz, che sfida rendere amabile Pablo Escobar

06 settembre 2017 | 17.55
LETTURA: 4 minuti

Venezia: Bardem & Cruz, che sfida rendere amabile Pablo Escobar

di Antonella Nesi

"Mi interessava entrare nella mente di questa persona, che veniva definita un padre amorevole e allo stesso tempo creava così tanto orrore e terrore". Javier Bardem ha spiegato così la decisione di interpretare, in 'Loving Pablo', il re del narcotraffico colombiano, già portato sul grande e piccolo schermo da diversi attori.

Il film, diretto dal regista spagnolo Fernando León De Aranoa e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia fuori concorso, è infatti tratto dal romanzo autobiografico 'Loving Pablo, Hating Escobar' della giornalista colombiana Virginia Vallejo e racconta l’ascesa e la caduta del più temuto signore della droga al mondo, Pablo Escobar, e la sua instabile storia d’amore proprio con la Vallejo (interpretata dalla moglie di Bardem, Penelope Cruz), durante il 'regno del terrore' che dilaniò il paese.

E l'approccio originale del film è proprio qui, come hanno spiegato sia Bardem che il regista: "Io - ha detto l'attore - ho tentato di avvicinarmi il più possibile a questa contraddizione, a questo personaggio reale che è stato odiato ma anche amato da tante persone. La ragione per cui abbiamo deciso di fare questo film è proprio per indagare cosa succede quando qualcuno si innamora di una persona del genere".

"Se da un lato nel corso degli ultimi decenni le vicende di Pablo Escobar sono state raccontate in libri, serie televisive e documentari - ha aggiunto il regista - dall’altro l’approccio di Virginia Vallejo offre uno sguardo più intimo sul suo comportamento criminale, descrivendo da vicino gli anni più duri della furiosa guerra che scatenò contro il governo colombiano. Famosa giornalista e anchorwoman televisiva, Virginia fu anche sua amante, oltre che sua confidente e interlocutrice; ma soprattutto, lei fu una sopravvissuta. La sua è la storia disperata di un naufragio, che parla di attrazione e fascinazione, ma anche della pazzia e del terrore senza eguali di uno dei decenni più violenti della storia recente, di cui Virginia fu al tempo stesso parte e testimone".

Penelope Cruz ha studiato a lungo per calarsi nel personaggio di Virginia Vallejo senza che il suo giudizio entrasse in campo: "Avevo molte ore di materiale su di lei - ha spiegato - Molte interviste fatte da lei o a lei. E poi avevo il libro. E dovevo entrare nel personaggio senza pregiudicarla con la mia opinione. Ovviamente io ho un'opinione su di lei e sul suo comportamento ed è qualcosa di così delicato che ha generatoo così tanta sofferenza che per me era importante che si mostrasse qualcosa. Il cinema non deve cambiare il mondo ma comunque si ha una responsabilità. E credo che sia il regista che noi siamo riusciti a fare quello che volevamo: non mostrare violenza gratuita come in un videogame, non mostrare il mondo del narcotraffico come qualcosa di attraente. Volevamo mostrare un dolore, un dolore reale. In questo film vediamo Pablo con gli occhi di Virginia: lei si sentiva attratta e non si rendeva conto in che situazione si stesse mettendo nè che non sarebbe potuta più uscirne come prima".

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