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Musica: Alessandrini, Lugo sia palcoscenico del barocco e dei nuovi talenti

24 settembre 2017 | 11.18
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Rinaldo Alessandrini
Rinaldo Alessandrini

"Un palcoscenico internazionale della musica barocca che, tra le varie cose da assolvere, abbia anche quella di dare molto spazio agli artisti italiani, soprattutto quelli emergenti". E' l'obiettivo del 'Purtimiro' Festival di Lugo (patria d'origine della famiglia di Gioacchino Rossini), in provincia di Ravenna, almeno nelle intenzioni del suo direttore musicale, Rinaldo Alessandrini, clavicembalista e direttore d'orchestra che, con il suo ensemble 'Concerto Italiano', ha riportato l'Italia protagonista se non capofila nell'interpretazione della musica antica. Il nome del Festival, 'Purtimiro', è tratto da un verso de 'L'Incoronazione di Poppea' di Claudio Monteverdi, a sottolineare la svolta che il teatro ha voluto imprimere alla rassegna, la cui edizione 2017 va 'in scena' nel settecentesco Teatro Rossini (gioiello dell'architetto Antonio Galli Bibiena) dal 29 settembre al 15 ottobre.

“In qualità di direttore musicale del Festival mi occupo sia dell’ideazione che della sua realizzazione”, spiega all'Adnkronos Alessandrini, sottolineando che il suo arrivo "ha segnato quel cambio di passo che gli organizzatori volevano imprimere alla rassegna, riportandola alle origini. E' vero - sottolinea il musicista - che prima si occupava di musica contemporanea, ma il festival era nato nel lontano 1986, quando il Teatro Rossini, appena restaurato, venne inaugurato con 'Il mercato di Malmantile' di Domenico Cimarosa". Lugo quindi torna a ospitare la musica antica e barocca, "settore che ha una grande vitalità in Italia e che deve trovare - ribadisce il maestro - in un festival come questo il luogo adatto dove gli artisti emergenti italiani, siano essi gruppi, strumentisti o cantanti, trovino la platea giusta per mettersi in luce, accanto ai nomi affermati. In tempi come quelli che stiamo vivendo, nei quali il mercato della musica ha subito una flessione in tutta Europa, ogni opportunità è significativa. parlo dei concerti ma in generale del mercato culturale, che è legato alla sensibilità della politica", osserva Alessandrini. E a proposito di politica, il Festival 'Purtimiro', rimasto fuori dai contributi del Fus per motivi 'tecnici' ("credo però che gli organizzatori faranno richiesta al Mibact per inserirlo"), va avanti con ben undici corpose serate nell'edizione 2017 grazie alla lungimiranza della Regione Emilia Romagna e del sindaco di Lugo, Davide Ranalli "che crede molto nel progetto e tiene a portarlo avanti", spiega il clavicembalista e direttore d'orchestra.

L'apertura di 'Purtimiro', venerdì prossimo, vede proprio Alessandrini alla guida del suo Concerto Italiano, impegnato nell'esecuzione delle 'Variazioni Goldberg' di Bach, in un'originale trascrizione del capolavoro per orchestra d'archi e clavicembalo del quale, proprio venerdì 29, esce per l'etichetta Naive il cd dal titolo 'Variations on Variations'. "Non sono il primo ad avere trascritto il capolavoro di Bach - spiega il musicista - così come non è la prima cosa che trascrivo per un gruppo d'archi a quattro parti". "Non volevo registrare un'ennesima esecuzione al clavicembalo delle 'Goldberg' - chiarisce - già solo nel 2017 ne sono uscite diverse sul mercato. Quello che mi ha spinto all’impresa è, oltre alla bellezza della musica, la sfida tecnica e intellettuale della possibilità di arrangiare il testo originale per un gruppo di archi. In realtà, più che una trascrizione è un vero e proprio adattamento con una grande percentuale di riscrittura perché l'orchestra d'archi funziona a quattro parti mentre le variazioni sono spesso a due o a tre parti".

Il Festival 'Purtimiro' di quest'anno vede Alessandrini protagonista di ben otto degli undici concerti in programma, affiancato dal suo Concerto Italiano e da grandi nomi, come quelli del contralto Sara Mingardo (alle prese con un programma dedicato alle opere di Antonio Vivaldi), del violinista Enrico Gatti (musiche di Johann Sebastian Bach), ma anche di giovani emergenti, in un repertorio che va da Monteverdi a Caldara (la prima rappresentazione in epoca moderna dell'oratorio la 'Morte d'Abel' scritto per il celebre castrato Farinelli), da Ristori e Orlandini al genio di Alessandro Stradella, il compositore assassinato a Genova nel 1682, probabilmente da due sicari di un nobile veneziano al quale aveva rubato l'amante. E anche la Cappella Neapolitana diretta da Antonio Florio, l'Abchordis Ensemble guidato da Andrea Buccarella, il cantate-attore Pino De Vittorio e il regista Walter De Moli. Alessandrini, che ha diretto alla Scala di Milano la trilogia di Monteverdi ('Orfeo', 'Il ritorno di Ulisse in Patria' e 'L'incoronazione di Poppea') alla guida del Concerto Italiano con la regia di Bob Wilson, vede in chiave positiva il fatto che l'Orchestra del Teatro milanese, per il 'Tamerlano' di Haendel in scena in questi giorni con Diego Fasolis sul podio, usi strumenti antichi. "E' un bene. Mi dispiace solo che la Scala sia l'unico teatro in Italia ad avere fatto un passo del genere", conclude.

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