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Teatro

Emma Dante e il suo 'Eracle' al femminile in scena per l'Inda

02 ottobre 2017 | 17.01
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Emma Dante
Emma Dante

"Ho scoperto oggi che, a Siracusa, da cinque anni non c'è una regista donna e questo mi fa male. E' una cosa abbastanza grave perché in Italia, e non solo, ci sono molte donne registe. A maggior ragione sono ancora più felice di questa opportunità: lo spettacolo che metterò in scena sarà, infatti, quasi tutto al femminile. Sicuramente ragionerò su che cosa sia il potere e su che faccia abbia". Parola dell'attrice e regista palermitana Emma Dante cui è stata affidata la regia di 'Eracle' di Euripide, uno dei tre spettacoli che caratterizzeranno la stagione 2018 dell'Inda, l'Istituto Nazionale del Dramma Antico .

In programma nel teatro greco di Siracusa dal 10 maggio all'8 luglio del 2018, declinato secondo il filo conduttore 'La scena del potere', il 54esimo Festival al Teatro greco di Siracusa presenterà anche altre due produzioni, la tragedia 'Edipo a Colono' di Sofocle con la regia del greco Yannis Kokkos e la commedia 'I Cavalieri' di Aristofane, che non è mai stata rappresentata a Siracusa, la cui regia verrà curata da Giampiero Solari.

"Mi chiederò se è vero che il potere sia una cosa alla quale ambiscono soltanto gli uomini e se sia soltanto una maschera maschile - ha aggiunto Dante - oppure se esista anche una possibilità di raccontarlo al femminile. Eracle era uno 'cazzuto' e muscoloso. Mi chiederò se il potere può essere anche una prerogativa femminile. E se è soltanto qualcosa che sta nei muscoli e nell'arroganza oppure se può essere qualcosa di diverso magari legato alla fragilità". Per il suo spettacolo, inoltre, la regista promette di "invertire i codici canonici del teatro greco in cui gli uomini recitavano le parti delle donne. Qui, invece, voglio lavorare su questa inversione di rotta". Forte di una stagione che nel 2017 ha registrato la presenza record di 140mila spettatori, con un incremento pari al 17 per cento rispetto al 2016, la Fondazione Inda tornerà a viaggiare. Nel 2018, ha affermato il commissario straordinario della Fondazione, Pier Francesco Pinelli, "continueremo a portare le nostre produzioni nei teatri di pietra italiani, ma riusciremo finalmente, dopo 14 anni, a varcare la frontiera portando uno spettacolo in Grecia nell'ambito del Festival di Atene ed Epidauro".

"Vogliamo dare all'Inda - ha aggiunto Pinelli - una notorietà e una rilevanza sempre più internazionale partendo dall'innegabile forza di ciò che rappresenta il Festival di Siracusa". Quanto al numero degli spettatori, Pinelli ha ricordato che "l'anno scorso abbiamo avuto poco meno di 40mila studenti. Circa il 60 per cento dei visitatori sono siciliani mentre tra il 35 per cento e il 40 per cento vengono dal Continente. Gli stranieri sono intorno al 5 per cento".

"Non credo che i numeri siano l'unica guida, però quelli dell'Inda sono importanti", ha sottolineato Ninni Cutaia, direttore generale dello spettacolo dal vivo del Mibact. "soprattutto se si vede che la linea editoriale sposata è molto chiara". Una linea, ha evidenziato Cutaia, che dà "la sensazione che finalmente qualcosa sia ripartito in una terra complicatissima come la Sicilia. La verità è che l'Inda sta rinascendo". Tema dominante di quest'anno, dunque, sarà lo studio del potere in tutte le sue declinazioni attraverso due tragedie, che si alterneranno a una commedia. Opere che, secondo il direttore artistico del Festival Roberto Andò, "portano all'aspetto illusorio, cangiante, mutevole del potere e all'impossibilità, quasi, di conferirgli un volto certo. Se si pensa che la presidenza degli Stati Uniti sia nelle mani di Donald Trump ci si rende conto di come sia cambiato il volto del potere. Sempre più ci rendiamo conto di quanto sia difficile stabilire se un uomo potente è un eroe o un tiranno. Ma molto spesso ci rendiamo conto di quanto sia ridicolo e questo ci lascia inermi".

"E allora - ha osservato Andò - queste tragedie sono due possibilità di raccontare l'incerta fisionomia del potere. La commedia ci porta, invece, nel cuore di ciò che accade oggi ed è forse il primo esempio di teatro politico. E' costruita su un tema dominante oggi, il populismo. Racconta in modo comico, addirittura farsesco, questa 'malattia' ovvero come il potere lusinga il popolo, come lo corteggia. E come svilisce i grandi temi riducendoli a una contrattazione per guadagnare il favore del popolo. Parliamo, insomma della demagogia", ha concluso Andò.

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