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Lirica: a Santa Cecilia 'Re Ruggero' tra mise en espace e performance

02 ottobre 2017 | 17.19
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Lirica: a Santa Cecilia 'Re Ruggero' tra mise en espace e performance

E' un "ibrido" tra arte performativa e mise en espace l'allestimento del 'Re Ruggero' di Carol Szymanowski, in prima esecuzione romana, che inaugura giovedì 5 ottobre alle 19,30 (Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica - repliche sabato 7 alle 18 e lunedì 9 alle 20,30) la stagione sinfonica 2017-2018 dell'Accademia di Santa Cecilia. Un'inaugurazione che è anche "una dichiarazione di intenti", afferma il sovrintendente della Fondazione, Michele Dall'Ongaro, nel segno dell'"innovazione e della sperimentazione", dando spazio nel corso della stagione a quel "'900 ancora da scoprire", che sta accanto ai grandi compositori come Debussy, Ravel, Stravinsky, Schoenberg, per citarne solo alcuni.

'Re Ruggero', completato nel 1924, in realtà ha un'azione scenica praticamente inesistente tanto da farlo assimilare più al genere dell'oratorio (nel manoscritto originale viene inizialmente definito 'Mysterium in tre atti') che a quello dell'opera. Antonio Pappano (che l'ha già diretta in forma scenica a Londra e la dirigerà alla Scala nel 2021), salirà sul podio dell'Orchestra e del Coro di Santa Cecilia e i Masbedo, celebre duo artistico composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni, cureranno la 'regia in presa diretta'.

Una formula "ibrida", come la definiscono gli stessi artisti, che in realtà coniuga le proiezioni cinematografiche (nel primo atto, per "una musica che anticipa il grande cinema degli anni '40", dicono Massazza e Bedogni) e la performance artistica nel secondo e terzo. Lo spettacolo, inoltre, è in coproduzione con Romaeuropa Festival.

Il direttore, la musica è un caleidoscopio di colori che dipingono gli stati d'animo del sovrano

Szymanoski, il musicista polacco più noto dopo Chopin, compose il 'Re Ruggero' dopo diversi viaggi in Sicilia e in Nord Africa, avvenuti tra il 1911 e il 1914. L'opera ha per protagonista Ruggero d'Altavilla re di Sicilia (interpretato dal basso Lukasz Golinski), "un sovrano che ha tutto - spiega Pappano - potere, ricchezza, stabilità. Ma si accorge che la sua società è polverosa, vecchia. L'incontro con il pastore che predica la libertà individuale, gli fa capire che il vero potere è quello dell'io. Qui il re capisce che il suo mondo è debole e crolla e la musica di Szymanoski è un caleidoscopio di colori che dipingono in parte i diversi stati d'animo di Ruggero: potente e grandiosa, ma inquieta la prima parte, struggente la seconda che narra l'abisso interiore del re, desolata la terza".

In realtà, tutto quello che non succede in scena avviene nella mente del protagonista, spiegano i Masbedo: "In scena tenteremo di raccontare gli stati emotivi del re", un personaggio che racchiude tutto il clima culturale sincretista dell'epoca. "C'è la psicanalisi, c'è il forte rapporto tra corpo ed ego", spiegano gli artisti che nel racconto scenico, realizzato ogni sera dal vivo con loro stessi sul palco, attraverso un "corpo-tempio che contiene tutte le sicurezze e si sgretola nel momento dell'incontro con l'inconscio", illustreranno i tormenti del re normanno vissuto a Palermo a cavallo tra XI e XII secolo.

Un'esperienza sensoriale accoglierà il pubblico grazie agli Olofoni di Michelangelo Lupone

Quanto alla musica, Pappano dice di essere rimasto incantato "dalla bellezza della partitura. C'è Chopin ma anche Liszt, ci sono Debussy e Strauss. C'è il mondo sonoro austrogermanico, temperato dalle influenze mediterranee frutto dei viaggi in Sicilia e nell'Africa del Nord di Szymanoski. Le danze del secondo atto - spiega il direttore musicale di Santa Cecilia - hanno forti influenze africane. Poi - chiosa Pappano - si parla della Sicilia, luogo di incontro di grandi culture".

Il coro, elemento importantissimo del 'Re Ruggero', "apre l'opera e proietta lo spettatore in un mondo formale, chiedendo al sovrano di condannare a morte il pastore perché turba quel mondo. Ma poi - chiarisce il maestro del coro, Ciro Visco - nel secondo e terzo atto, diventa parte della fiaba".

Infine, a immergere lo spettatore nella dimensione sensoriale dell'allestimento ci 'penseranno' gli Olofoni, dei particolari sistemi di diffusione sonora a forma di parabola istallati nella Cavea dell'Auditorium Parco della Musica. Il pubblico sarà accolto e guidato all'ingresso da estratti del 'Re Ruggero' accanto a esecuzioni storiche di Santa Cecilia, rielaborate da Michelangelo Lupone, Laura Bianchini, Silvia Lanzalone e Alessio Gabriele e diffuse dagli Olofoni che, grazie alle loro caratteristiche tecniche, disegnano lo spazio acustico con precisione e modellano indipendentemente e nello stesso tempo più aree d'ascolto.

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