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Teatro: Roma, all'Eliseo Massimo Dapporto è 'Un borghese piccolo piccolo'

10 ottobre 2017 | 14.32
LETTURA: 3 minuti

Massimo Dapporto in 'Un borghese piccolo piccolo'
Massimo Dapporto in 'Un borghese piccolo piccolo'

Arriva al teatro 'Eliseo' di Roma, dal 17 ottobre al 5 novembre, 'Un borghese piccolo piccolo', il romanzo da cui è stato tratto il capolavoro cinematografico di Mario Monicelli con Massimo Dapporto nel ruolo del Giovanni Vivaldi di Vincenzo Cerami. Il romanzo, che diverge dal film in alcuni nodi narrativi essenziali, è un ritratto dell'attualità.

La peculiarità dell'opera è la tinta grottesca con cui Cerami descrive le umili aspirazioni di Vivaldi, il borghese piccolo piccolo, e che Fabrizio Coniglio cerca di ripercorrere con il suo adattamento. "Quella che mettiamo in scena - ha detto il regista - è una tragicommedia che nella prima parte regalerà momenti di comicità a tratti esilarante. Il borghese piccolo piccolo è Giovanni Vivaldi, il cui più grande desiderio è quello di 'sistemare' suo figlio Mario, proprio in quel ministero in cui Giovanni lavora da oltre 30 anni. Ma come ottenere una raccomandazione per il figlio?. Ecco l’inizio della sua ricerca disperata di una 'scorciatoia' ha spiegato il regista", ha spiegato il regista.

La seconda parte dell'opera cade invece nella tragedia. Vivaldi riesce a ottenere la tanto agognata raccomandazione per il figlio. Il giorno del concorso pubblico il borghese piccolo piccolo si reca al ministero in compagnia di Mario. Durante il percorso un colpo di pistola partito dall'arma di due rapinatori in fuga colpisce mortalmente il trentenne disoccupato. Un mese dopo i funerali, Amalia, la moglie del protagonista, si ammala gravemente.

Vivaldi continua a vivere la sua vita tra lavoro, dolore per la perdita del figlio e malattia della moglie, ma ogni settimana va in questura per riconoscere, tra i sospetti, l'assassino del figlio. Un giorno ne riconosce uno, ma non viene tradito dall'emozione, non batte ciglio . Aspetta che il sospetto venga rilasciato, lo segue, lo cattura e lo porta nella sua baracca isolata dove lo tortura incessantemente, fino alla morte. Non è finita qui, il giorno stesso in cui Vivaldi va in pensione, il cuore della malata moglie smette di battere .

"La Scorciatoia o la raccomandazione - ha continuato Coniglio - è avvertita dalla nostra società come qualcosa di necessario per sopravvivere: forse, in fondo, non crediamo più nella possibilità di essere tutti uguali di fronte alla legge e nelle pari opportunità di emancipazione sociale ed economica. Questo è lo snodo più fortemente attuale della storia; racconteremo questo grande romanzo classico con il sorriso, che solo i grandi autori come Vincenzo Cerami hanno saputo e sanno ancora regalarci", ha concluso il regista.

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