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Cinema: il regista di 'Borg McEnroe', così speciali perché opposti ma amici

03 novembre 2017 | 17.26
LETTURA: 4 minuti

Il regista Janus Metz Pedersen (foto Adnkronos)
Il regista Janus Metz Pedersen (foto Adnkronos)

"Penso che la loro sia una bellissima storia umana, perché ci troviamo davanti a due personalità opposte, Borg perfettamente composto nelle sue esternazioni, McEnroe il contrario, un combattente dalle intense emozioni". Così Janus Metz Pedersen racconta all'Adnkronos come è nato 'Borg McEnroe', il film che il regista svedese presenta oggi alla Festa del Cinema di Roma in Selezione Ufficiale. "Ho anche iniziato a giocare a tennis, e la conseguenza è questo film", scherza. L'avvincente snodarsi di una rivalità straordinaria tra due dei personaggi sportivi più amati del secolo, Bjorn Borg e John McEnroe (interpretati rispettivamente dallo svedese Sverrir Gudnason e dall'americano Shia Laboeuf), terminata con la leggendaria finale di Wimbledon del 1980, è raccontata per la prima volta sul grande schermo in modo intenso e coinvolgente.

"Ho scelto Sverrir per le sue qualità, che erano perfette per Borg, la sua personalità misteriosa, il suo sguardo, e mi è sembrato anche estremamente somigliante -rivela il regista- mentre Shia è un attore perfetto, ed ha tantissime cose in comune con la personalità di John McEnroe". Una sfida non facile, visti i personaggi leggendari, che Metz ha vinto riuscendo a catturare al meglio le caratteristiche dei due sportivi, uno l'opposto dell'altro.

"Penso che fossero così speciali per tante ragioni, perché delle vere rockstar, a quei tempi -dice Metz Pedersen- Borg era carismatico, bello, giovane, così c'era quasi un'isteria intorno al suo personaggio, come per i Beatles, o Dylan. McEnroe era diverso, i media raccontavano le sue intemperanze, e li contrapponevano quasi come Cristo e l'anticristo. C'era molto interesse, molto merchandising intorno a loro. Sono due personaggi entrati nella cultura popolare degli anni Settanta".

Borg e McEnroe, come emerge anche dal film, erano amici, amici davvero. "Erano veramente amici, e lo sono ancora -conferma il film director- Forse è accaduto perché erano i perfetti opposti, e si capivano profondamente. Quando guardi il tennis ti accorgi che è uno sport per persone sole, e forse solo chi gioca si capisce perfettamente". L'esperienza è stata intensa ma anche dura, e c'è voluto molto impegno per creare delle scene così realistiche e riprodurre assoluta veridicità negli scambi tennistici e nelle atmosfere di quegli anni.

"Fare un film è sempre difficile e facile allo stesso tempo, una sfida, pericoloso, divertente, e il mio lavoro è dirigere gli attori per cercare di renderli il più verosimili possibile ed entrare a fondo nella loro personalità Abbiamo lavorato su ogni scena cercando di entrare davvero nei caratteri dei protagonisti".

Il regista, classe '74, ricorda questi due idoli fin da bambino. "Mi ricordo di Borg, nel mio immaginario di bambino era un personaggio mitologico, ma ancora di più ricordo McEnroe, un personaggio esaltante nella sua esplosiva personalità", rivela. E oggi, arrivato al giorno della presentazione del suo film su di loro, non nasconde l'emozione: "Mi sento esausto, ho curato ogni pietra di questo film - dice- credo di averci messo tutto e che non avrei potuto farlo meglio di così, quindi... spero davvero che piaccia".

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