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Musica: Rea, sconcertante lasciare docenti conservatori senza tutela

05 dicembre 2017 | 12.36
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Danilo Rea
Danilo Rea

Era quasi fatta! Si stava per dare stabilità a 1.300 docenti che lavorano da anni e anni nei conservatori statali e nelle accademie delle belle arti nel difficile 'non ruolo' del precario e che ogni anno, nella migliore delle ipotesi, attendono la conferma in sedi diverse dall'anno precedente. E invece, l'emendamento alla legge di bilancio, che avrebbe dovuto disegnare la soluzione, è stato presentato monco. La soluzione, che sarebbe costata 3 milioni di euro, è sparita sotto il naso dei promotori all'ultimo secondo.

L'amarezza è stata tale che l'ormai ex sottosegretaria al Miur Angela D'Onghia si è dimessa e domani alle 14 la protesta prenderà forma davanti al ministero dell'Istruzione con i docenti pronti a sfilare assieme ai sindacati. Ma chissà che non spunti fuori dal cappello una nuova soluzione nel passaggio della legge Bilancio alla Camera, dove è appena sbarcata e può essere nuovamente modificata. Un post su facebook del segretario del Pd lascia sperare: "Sta parlando con chi più di ogni altro ha lavorato per la stabilizzazione dei precari nella scuola. Proviamoci alla Camera, Emanuele. Ps la sua alunna può utilizzare anche il Bonus Stradivari..", ha scritto Renzi rispondendo il 2 dicembre a un docente, il maestro Emanuele Cardi.

Fra i precari in questione ci sono molti nomi noti, da Rossana Casale (cantante jazz) a Gloria Banditelli (mezzo soprano specializzata nel repertorio barocco), da Roberto Fabbri (chitarrista classico e compositore) a Gemma Bertagnolli (soprano). E, fino a un mese fa, c'era anche Danilo Rea che ha appena lasciato la 'cattedra' jazz al Conservatorio di Santa Cecilia: "Ho rinunciato all'insegnamento - ha spiegato all'Adnkronos - Sono molto preso dai concerti. E' stata una scelta di vita, ma sono davvero dispiaciuto di quanto è successo. Sono dell'idea che uno studente debba sentire tante campane ma il maestro è qualcosa di fondamentale da cui non si può prescindere e cambiarne uno di continuo (come è accaduto, considerato che la maggior parte dei precari sono stati destinati ad un conservatorio diverso ogni anno, ndr) è qualcosa di molto pericoloso. E' davvero sconcertante - scandisce il pianista - che non si tenga conto di questo patrimonio!".

"Io ho abbandonato l'insegnamento - dice Rea - sapendo che in questi otto anni ho imparato dagli studenti cose che mi sono state utili per ciò che faccio. Un'esperienza che mi ha arricchito molto e spero abbia arricchito gli studenti. Mi sono reso conto poi che più vai avanti nell'insegnamento, più capisci quali sono le priorità e contemporaneamente migliori te stesso. E questo avvalora il fatto che il rapporto studenti-maestro ha bisogno di continuità e che occorre tutelare persone che hanno insegnato per tanti anni".

Sulla stessa lunghezza d'onda il chitarrista, Roberto Fabbri: "L'emendamento alla legge di bilancio annunciato dal ministro Fedeli - puntualizza Fabbri - doveva contenere la trasformazione della graduatoria nazionale 128 per gli incarichi a tempo determinato. Una trasformazione utile per l'immissione in ruolo di 1300 docenti che lavorano nelle accademie di belle arti e nei conservatori statali da tanti anni da precari e che ogni anno vengono riconfermati nella maggior parte dei casi in sedi diverse".

"Io - racconta Fabbri - ho cambiato 7 conservatori in 7 anni con grandi disagi per gli studenti che devono ricominciare continuamente da capo e, naturalmente, per me relativamente al percorso di formazione che realizzo. Per soli 3 milioni di euro sarebbe possibile stabilizzare 1300 docenti. Ora i soldi ce li danno ugualmente - spiega - perché tutti lavoriamo su cattedre vacanti; si tratterebbe quindi di 3 milioni che potrebbero regolarizzare una realtà di fatto". Vedremo cosa succederà nella seconda lettura della legge di Bilancio che ora è all'esame della commissione di Bilancio della Camera. Di certo una possibilità si concretizzerà con l'emendamento presentato dai colleghi del senatore di Fratelli d'Italia Bartolomeo Amidei che aveva scritto nero su bianco la soluzione a Palazzo Madama.

"La scelta che hanno fatto (di espungere la parte dell'emendamento che stabilizzava i precari di Conservatori e Accademie di belle arti e lasciare solo il finanziamento agli Istituti musicali pareggiati, ndr) pesa come un macigno sull'azione politica del governo e sulla coscienza. I termini per presentare emendamenti in commissione bilancio alla Camera scadono giovedì 7 dicembre alle 16 e i miei colleghi presenteranno lo stesso mio emendamento", annuncia il senatore Amidei.

Quello che è successo, osserva, è "incomprensibile. Non si possono statizzare persone che vengono da istituti musicali pareggiati e non stabilizzare insegnanti che hanno passato concorsi pubblici per andare a insegnare in scuole pubbliche con incarichi annuali che si protraggono a volte anche da 15 anni e oltre per un costo praticamente nullo per le casse dello Stato. Quanto affermo non è niente di più di quello che è stabilito nella legge 128, stando alla quale le graduatorie dovevano andare ad esaurimento e non era possibile superare i 3 anni di precariato".

E perché è successo invece che il governo abbia deciso di intervenire solo per gli Istituti pareggiati e non per conservatorio e accademie di belle arti? "Forse gli istituti musicali porteranno più voti? Bah! Io non ne sono convinto perché le cose fatte male, le paghi sempre. D'Onghia ha dato le dimissioni ed è stata coerente, ma lo stesso non si può dire di persone come il viceministro dell'Economia Enrico Morando che si era assunto la responsabilità di trovare una soluzione e invece non lo ha fatto", sottolinea Amidei, pronto sfilare domani con i sindacati. Paola Poggi, responsabile per 20 anni dell'alta formazione artistica e musicale per la Cgil, mette a fuoco la vicenda con l'Adnkronos: "Con amarezza dico oggi che non si può non stabilizzare un docente che insegna da 15 o 18 anni, perché se non fosse stato adatto al sistema sarebbe stato doveroso espellerlo prima".

"Il vulnus in atto - evidenzia la Poggi - è tale da aver fatto condividere la protesta a tutti i sindacati che domani saranno davanti al ministero dell'Istruzione a protestare insieme ai docenti. Se qualcuno può considerare tardiva questa protesta - chiarisce in premessa - posso assicurare che, fino all'ultimo momento, l'emendamento, risolutivo e completo, c'era. Ma se adesso - avverte la sindacalista - resta solo la parte che stanzia 50 milioni a regime per gli istituti musicali pareggiati (Issm) e per le 5 accademie storiche e non si completa, invece, la riforma con la stabilizzazione di tutti i precari, con le necessarie regole per reclutamento e accreditamento, con il biennio di secondo livello e il consiglio nazionale di alta formazione musicale (Cnam), la riforma rimane solo un cantiere a cielo aperto da 20 anni e rischia di passare in secondo piano anche l'inversione di tendenza rappresentata dai 50 milioni riservati dalla legge di bilancio alle 5 accademie a agli Issm".

Tra l'altro, fa notare Poggi, "la riforma (Legge 508) che ha aggiornato culturalmente l'alta formazione alla cultura contemporanea e all'Europa è stata varata, infatti, nel dicembre del lontano 1999 e da allora è rimasta incompleta, mentre nello stesso lasso di tempo l'Università è stata rivoltata come un calzino da oltre tre riforme. In sostanza l'Alta Formazione artistica, musicale e coreutica (Afam) è stata messa sempre all'ultimo posto".

Un'ultima domanda per fare chiarezza. Che differenza c'è tra i conservatori e gli istituti musicali cosiddetti pareggiati? "Come sindacato non faccio distinzioni. Siamo sempre dentro l'alta formazione e, per quanto concerne i 18 istituti, posso dire che ce ne sono di molti qualificati. Parliamo, in questo caso, di 700 persone, fra docenti di ruolo e precari pagati dagli Enti locali anziché dallo Stato. Non sono, quindi, Istituti privati, ma sono Istituti Superiori di Studi Musicali (Issm) che già la 508 considera Alta Formazione". Detto questo, la priorità è chiara: "I precari, che hanno maturato i requisiti e sono in servizio su organici fermi al 1999, hanno diritto di essere stabilizzati subito! Ne va della tenuta del sistema!".

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