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Tv: su Rai3 'La Linea Verticale', sguardo diverso su ospedali italiani

04 gennaio 2018 | 17.38
LETTURA: 5 minuti

Greta Scarano e  Valerio Mastandrea
Greta Scarano e Valerio Mastandrea

Un percorso nella malattia ambientato in un reparto di urologia oncologica di un ospedale italiano. Un format "innovativo" con episodi 'snelli' che si avvale di una mescolanza di generi che vanno dal dramma alla commedia. E' 'La Linea verticale', la serie tv con la regia di Mattia Torre formata da 8 episodi della durata di 25 minuti, anticipata da RaiPlay il 6 gennaio e in onda nel corso di 4 prime serate dal 13 gennaio su Rai3. Realizzata grazie a una produzione Rai Fiction e Wildside, la fiction, che vede come protagonista Valerio Mastandrea, rappresenta la malattia con cui ha dovuto fare i conti lo stesso Torre.

La serie "è stata pensata su Rai3 sin dall'inizio", ha spiegato Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction che ha sottolineato: "In generale ogni serie che nasce è un prototipo soprattutto nel momento della gestazione. Questa ha un grado di innovazione maggiore rispetto a quelle abitualmente prodotte da Rai Fiction". Un l ivello di innovazione che si basa su un formato diverso "molto ricercato in questo momento che permette una velocità e intensità narrativa particolare", ha detto Andreatta. Il secondo elemento di innovazione, per la direttrice di Rai Fiction, è rappresentato "dalla mescolanza dei generi: qui si mischiano il medical, il dramma e la commedia in un modo nuovo e molto potente". Il tono del racconto è "tragicomico e tocca punte oniriche", ha evidenziato Andreatta. Al centro storia, dunque, spicca la figura di Luigi (Valerio Mastandrea). Scopre di avere un tumore e, per questo motivo, deve sottoporsi a un delicato intervento chirurgico. "L'idea di poter affrontare, forse per la prima volta, la serialità in un contesto protetto mi ha dato una certa sicurezza", ha spiegato Mastandrea che ha evidenziato: "Mi sono lasciato travolgere da questo personaggio in maniera poco analitica e molto 'di pancia', perché si racconta una storia vera che mi riguarda molto da vicino: Mattia prima di ogni cosa è un mio amico. Credo di aver creato un protagonista mai al centro delle vicende ma che racconta ciò che vede e vive. A un certo punto della serie diventa gli occhi del pubblico". Attraverso i suoi occhi si entra così nell'universo dell'ospedale che viene esplorato in profondità riservando sorprese tragicomiche. Questa fiction "è un prodotto che contiene mille registri, da quello alto a quello basso, passando per quello surreale e tragico", ha aggiunto Stefano Coletta, direttore di Rai3. "Credo che possa incontrare il favore del pubblico. La malattia è un viaggio solitario ma il messaggio che arriva da questa fiction è di grande positività".

Un'altra novità della serie è costituita dalla sua messa in onda: tutte le puntate saranno fruibili su Raiplay "in anticipo di una settimana, la notte del 6 gennaio. E' un tipo di progetto che abbiamo già realizzato che ci aiuta ad avere numeri importanti: o ggi ci avviamo ad avere 4 milioni e 700mila utenti registrati su Raiplay, il 66% dei quali ha meno di 50 anni", ha detto Gian Paolo Tagliavia, chief Digital Officer Rai. La serie tv trae origine anche dal libro 'La linea verticale' firmato da Mattia Torre e pubblicato da Baldini&Castoldi. "La 'Linea Verticale' - ha raccontato il regista - nasce da un'esperienza autobiografica. Quando sono precipitato in questo mondo tutto pensavo tranne che di descriverlo. Poi mi sono ritrovato a vivere il microuniverso dell'ospedale che ho trovato molto potente e sorprendente e soprattutto molto diverso da come lo si potrebbe immaginare dall'esterno. E' un luogo così vitale dove, per paradosso, la malattia non è tanto presente". Un racconto che inquadra, per di più, "un reparto d'eccellenza, capitanato da un chirurgo così attaccato al proprio lavoro simpatico e umano", che nella serie è il professor Zamagna interpretato da Elia Schilton. Il reparto al quale si allude è l'Ifo del Regina Elena di Roma ma la serie è girata nell'ospedale del Mare di Napoli. 'La linea verticale'- ha spiegato ancora il regista - è lo stare in piedi, il rimanere vivi e aggrapparsi con tutte le forze alla vita".

A completare il cast ci sono Greta Scarano (Elena, moglie di Luigi); Giorgio Tirabassi (Marcello, un paziente del reparto); Paolo Calabresi (don Costa); Babak Karimi (un iraniano cinquantenne ricoverato per un intervento); Ninni Bruschetta (il dottor Barbieri); Antonio Catana (Policari, un medico che non vuole più lavorare); Alvia Reale (caposala); Federico Pacifici (il dottor Rapisarda, un medico in cui nessuno vorrebbe imbattersi) Gianfelice Imparato (Peppe, un paziente) Elia Schilton (professor Zamagna, il primario oncologico che si occupa del caso di Luigi).

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