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Al via il Jovanotti live: "Io Don Chisciotte contro la cupezza"

13 febbraio 2018 | 12.28
LETTURA: 4 minuti

Al via il Jovanotti live:

di Antonella Nesi

"Questa è una festa, una festa da ballo, e io mi sento un po' un Don Chisciotte che combatte con la fantasia e il romanticismo contro la cupezza di questi tempi". Ed è per questo che il tour di Lorenzo Jovanotti Cherubini, che ha esordito ieri sera al Mediolanum Forum di Assago, con la prima di dodici date in città e di sessanta date che lo porteranno nei palasport di tutta Italia, si apre con un'animazione del fumettista Manuele Fior con Don Chisciotte che ha le sembianze di Lorenzo. Un video sul cui finale la voce di Miguel Bosè recita in spagnolo un passo dell'adattamento teatrale che Corrado D'Elia ha fatto di Cervantes, dedicato "a tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento, ai pazzi per amore, ai visionari, a quelli che danno la loro vita per un sogno. Ai reietti, ai respinti, agli esclusi, ai folli reali o presunti". "L'idea - confessa Jovanotti - mi è venuta quando rileggendo Don Chisciotte ho scoperto che aveva 51 anni, la mia età".

Di fronte ai 12.000 fan del Forum, Jovanotti mette in scena una delle sue feste più riuscite ("volevo alzare l'asticella, volevo fare impazzire il pubblico che mi dimostra una fiducia smisurata e che ormai si aspetta parecchio dai miei show") e come in una vera 'ballroom' fa piazzare dei lampadari (una decina di 3 metri di diametro l'uno) che scendono sui pezzi più intimi per lasciar posto a luci laser, totem colorati, visual surreali e persino un ponte girevole con una consolle, dove a metà scaletta Lorenzo sale e torna dj per proporre un remix di alcuni dei suoi brani più movimentati e far scatenare la platea. E tornare poi giù sulle note di 'Libiam' cantata da Luciano Pavarotti ("un omaggio al maestro").

Oltre due ore e mezza di concerto ad un ritmo mozzafiato, con una scaletta che fonde insieme in maniera armonica brani vecchi e nuovi del suo repertorio, in un concerto che è il più suonato della sua carriera grazie ad una superband, di cui fanno parte, oltre ai compagni di sempre Saturnino, Riccardo Onori e Gareth Brown, nuovi innesti come Gianluca Petrella al trombone, il newyorkese Jordan Mclean alla tromba e Matthew Bauder al sax : "Questa volta ho voluto mettere parecchi brani del nuovo album, otto, fusi in un dialogo con le mie più grandi hit - spiega a fine concerto - qualcuna delle quali potrà cambiare di sera in sera".

Così ad un incipit affidato ad una scatenata 'Ti porto via con me', che è un manifesto programmatico, segue un'altalena che va avanti e indietro in una carriera iniziata proprio a Milano 30 anni fa ("il mio primo concerto al Rolling Stones con un piatto e quattro basi, che se l'aspettava che sarei arrivato qui"). Lorenzo concentra i brani nuovi soprattutto nella prima parte della scaletta ('In Italia, 'Oh, vita!', 'Sbam!'), tra un 'Penso positivo' e 'Gli immortali', fa seguire 'Baciami ancora' dal pezzo più romantico del nuovo album, 'Chiaro di luna'.

Il 'Don Chisciotte' del pop prende la parola solo due volte, per un omaggio a Milano e per un messaggio più 'politico'. Prima di eseguire 'Fame', cita Darwin "che diceva che i grandi scatti dell'evoluzione avvengono quando succede qualcosa di sbagliato al momento giusto, o qualcosa di giusto al momento sbagliato. Quando succede la cosa giusta al momento giusto non succede proprio niente. Ma il razzismo è la cosa sbagliata al momento sbagliato. La complessità in cui siamo immersi non si può spiegare con queste categorie. Se faccio musica è perché sono cresciuto in un mondo aperto", afferma, dicendo la sua su uno dei temi che tiene banco nella campagna elettorale ("questo intervento non era affatto meditato, mi è venuto spontaneo", spiega alla fine dell'esibizione). E non a caso il gran finale del live è affidato ad una versione di 'Viva la libertà', in cui coinvolge tutto il pubblico.

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