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Oscar, vince la Forma dell'acqua

05 marzo 2018 | 05.52
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Oscar, vince la Forma dell'acqua

'La forma dell'acqua' vince il premio Oscar come Miglior film. La pellicola (titolo originale'The shape of water') di Guillermo del Toro si è aggiudicato il riconoscimento nella 90esima edizione al Dolby Theatre di Los Angeles.

Battuti gli altri sfidanti alla corsa per la statuetta: 'Chiamami con il tuo nome' di Luca Guadagnino, 'Darkest Hour' ('L'ora più buia'), 'Dunkirk', 'Get Out', 'Lady Bird', 'Phantom Thread' ('Il filo nascosto'), 'The Post' e 'Three Billboards outside Ebbing, Missouri' ('Tre manifesti a Ebbing, Missouri').

La favola della donna delle pulizie che si innamora della strana creatura marina ha dunque vinto sui temi politici. La pellicola del regista messicano, oltre a quelle del Miglior Film, si è portata a casa atre tre statuette, segnando così il successo della capacità di sognare, ricordata dallo stesso De Toro durante la consegna della statuetta, a dispetto dell'atmosfera pesante calata negli ultimi mesi sull'industria cinematografica americana dopo il caso Weinstein.

Oscar 2018, tutti i premi

'La forma dell'acqua' ha quindi battuto pellicole in corsa per l'ambito premio come 'Dunkirk' di Christopher Nolan, con 8 nomination, che racconta dell'evacuazione di più di 300mila soldati britannici assediati dai nazisti sulla spiaggia di Dunkerque, nel nord della Francia, vicino al confine col Belgio (che ha vinto tre premi), 'L'ora più buia' di Joe Wright, con 6 nomination, che parla dell'ex primo ministro britannico Winston Churchill alle prime settimane da premier, nel 1940, all'inizio della Seconda Guerra Mondiale (due Oscar vinti, tra i quali quello a Gary Oldman come miglior protagonista maschile). Ma anche 'Tre manifesti a Ebbing, Missouri' del britannico Martin McDonagh con 7 nomination, che parla della difficile provincia americana attraverso il racconto di una madre in lotta per far sì che la polizia di un piccolo paesino del Missouri si occupi dello stupro-omicidio della figlia (due Oscar vinti).

Il tema politico però è stato sollevato da diversi protagonisti della cerimonia degli Oscar, che si è svolta al Dolby Theatre di Los Angeles. Il presentatore Jimmy Kimmel ha salutato il movimento Time's Up contro le molestie sessuali sul posto di lavoro. Hollywood non può "lasciare che i cattivi comportamenti peggiorino ancora", ha detto Kimmel mentre apriva la cerimonia al Dolby Theatre di Los Angeles. "Quello che stanno facendo" le donne "è importante e le cose stanno cambiando in meglio", ha aggiunto Kimmel. E Frances McDorman, ritirando l'Oscar come migliore protagonista femminile per 'Tre Manifesti a Ebbing, Missouri', è stata accolta da una standing ovation: "E' una battaglia appena cominciata che abbiamo intenzione di condurre fino alla fine", ha detto l'attrice rivolta alle donne in sala.

Anche le attrici sul red carpet si sono espresse a favore dei movimenti nati dopo lo scandalo Weinstein, con Ashley Judd - una delle prime accusatrici pubbliche dell'ex magnate - che ha detto: "Noi donne vogliamo sentire le nostre voci". Nel corso della cerimonia non sono mancati i temi politici, tra i quali quello dell'immigrazione, affrontato da Lupita Nyong'o e Kumail Nanjiani, la prima atrrice di origini messicane e il secondo immigrato dal Pakistan negli Usa. Entrambi hanno ricordato come il presidente Donald Trump ha deciso l'anno scorso di cancellare un programma che li proteggeva dalla deportazione. "I sogni sono alla base di Hollywood e dell'America", ha detto Nyong'o, e Nanjiani ha aggiunto: "Per tutti i sognatori là fuori, siamo con voi".

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