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Manuel Agnelli dà 'Ossigeno' a Rai 3 con gli Editors

08 marzo 2018 | 12.06
LETTURA: 4 minuti

a sinistra Tom Smith, a destra Justin Lockey - Arcobaleno Tre
a sinistra Tom Smith, a destra Justin Lockey - Arcobaleno Tre

Stasera Manuel Agnelli porta gli Editors nella tv italiana ed è ‘Ossigeno’. Il nuovo programma targato Rai 3, in onda il giovedì in seconda serata, consentirà infatti alle migliaia di fan della band di Birmingham di ascoltare una versione acustica di ‘Violence’, title track dell’omonimo disco in uscita domani, 9 marzo, e di sapere qualcosa di più del gruppo capitanato da Tom Smith, presente in studio con il chitarrista Justin Lockey e il polistrumentista Elliott Williams.

In un’intervista dai toni confidenziali, come si conviene fra musicisti, la band ha spaziato da temi strettamente ‘on topic’, come l’imminente data milanese del 22 aprile, a curiosità come la birra ‘Salvation’ a loro ispirata, passando per il legame che esiste tra identità artistica e radici. Oltre a ‘Violence’, gli Editors, nella puntata che andrà in onda stasera, hanno eseguito una versione con piano e due chitarre del loro cavallo di battaglia ‘Smokers outside the hospital doors’ e una struggente rivisitazione voce e piano di ‘Blood’, pezzo classic indie-rock del loro primo album.

Musica suonata e musica parlata. Chissà cosa avrebbe detto Frank Zappa se avesse potuto assistere a una puntata di ‘Ossigeno’. Se, per lo Zappa-pensiero, "parlare di musica è come ballare di architettura" allora chiunque tentasse, attraverso la parola, di trasmettere un’emozione scolpita sulle linee di un pentagramma, vanificherebbe il proprio sforzo in partenza. Eppure con ‘Ossigeno’, anche quando non c’è una melodia di sottofondo, la musica sembra non dissolversi mai.

Manuel, molto più ispirato senza il ruolo di giudice, riesce a penetrare all’interno dei brani cogliendone aspetti che vanno ben oltre i confini della parola. Ed ecco che in tv la Musica come Arte si espande, perde contorni e limiti e così, persino il parallelismo fatto in studio dal professor Claudio Strinati tra la Gotham City di Batman e la Napoli de ‘Le opere di misericordia’ dipinto da Caravaggio risulta tutto fuorché inopportuno.

D’altronde che ‘Ossigeno’ sarebbe stato un contenitore dove la musica, e quindi la cultura, viene assimilata a un modo di essere e di stare al mondo, Manuel Agnelli l’aveva già fatto capire in premessa: "La cultura è politica. E’ politica quando promuove le idee e quando quindi prende posizione, ed è politica quando promuove il pensiero, ci aiuta a chiarirci le idee e a prendere posizione, poi è politica quando semplicemente racconta. Racconta quello che succede e quindi fa informazione. L’artista e il musicista fanno informazione, sono dei megafoni", ha detto nella puntata di esordio il frontman degli Afterhours.

Stasera si apre il sipario sulla terza puntata. Nelle prime due i vari ospiti - Joan as a police woman, Claudio Santamaria, Ghemon, Paolo Giordano, Ben Harper e Charlie Musselwhite, Emidio Clementi, Vasco Brondi e un inedito Paolo Bonolis mascherato da Batman ma, di contro, mai così autentico - hanno condiviso se stessi e riflessioni su terreni comuni, facendo di ‘Ossigeno’ un condensato di arti e libertà, racchiuse in un’ora, un’ora alla volta, in cui Agnelli fa venire voglia di essere se stessi perché, per primo, è lui se stesso, in uno studio televisivo in cui il gusto estetico è ricercato ma non odora di finzione. Sì, fra tappeti, piante, poltrone e strumenti musicali si annusa la vita di ognuno davanti al bancone di un bar.

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