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Cinema

Apocalisse nucleare in Arkansas a 'Le Voci dell'Inchiesta'

19 marzo 2018 | 13.41
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Una scena di  'Command and Control'
Una scena di 'Command and Control'

Il 18 settembre 1980 lo stato dell'Arkansas fu a un passo dall'essere cancellato dalle carte geografiche: durante l'ordinaria manutenzione in un silos a Damascus di un missile balistico Titan II, dotato di una testata nucleare, un attrezzo sfuggì di mano a un addetto e cadendo innescò un incendio. Il razzo esplose ma, per fortuna, la testata nucleare no. Una storia raccontata in un saggio sui rischi che il nucleare ci ha fatto correre, 'Comando e controllo. Il mondo a un passo dall’apocalisse nucleare' (Mondadori) di Erich Schlosser, tradotta in immagini nel doc 'Command and Control' da Robert Kenner nel 2016. Quest'ultimo sarà visibile per la prima volta in Italia all'11esima edizione de 'Le Voci dell’Inchiesta' che si terrà dall’11 al 15 aprile prossimi a Pordenone. La proposta di 'Command and Control' rientra nella principale novità di questa edizione ovvero la ricerca dei 'Best Lost', dedicata ai film che dopo aver conquistato pubblico in tutto il mondo e convinto giurie internazionali non sono riusciti a superare i confini nazionali o lo hanno fatto per singole proiezioni.

"Di fronte a una produzione di doc importante per qualità e quantità, tale da poterlo ritenere il genere più 'vivo' - spiega all'Adnkronos il coordinatore del festival, Riccardo Costantini - ci siamo accorti che molti film, persino premiati in rassegne importanti, in Italia non arrivano. In ambito 'nucleare' ci sarà anche un altro titolo, lo storico 'Crossroads' del 1976 di Bruce Conner, che ripropone al rallentatore e ossessivamente immagini dei test nucleari a Bikini". Anche sul fronte dei doc, della loro circuitazione nelle sale, si pongono gli stessi temi validi per i film 'normali': "L'attenzione della distribuzione e del pubblico è cresciuta ma premia soprattutto i titoli più forti, più provocatori, anche se non necessariamente i più interessanti e questi ultimi sono molti, anche grazier alla leggerissimi camere messe a disposizione dalla tecnologia digitale, che permettono di filmare con ottima qualità persino su una linea del fronte. C'è tanto prodotto di qualità, tanto cinema del reale che non trova spazio e compito di un festival è proprio dargli visibilità, aiutarlo a trovare il suo spazio", conclude Costantini.

'Le Voci dell’Inchiesta' cerca appunto, anche in questa 11esima edizione, di portare in Italia, a Pordenone, da tutto il mondo, il meglio del 'Cinema del reale', una selezione che, partendo dai principali festival internazionali, racconta il mondo di oggi, sotto il claim 'This is real'. Troveranno spazio riflessioni sulle 'nuove destre' e sui problemi delle 'vecchie sinistre', con un focus sulla memoria del '68. Ampia attenzione, nell’anno del #metoo e dello scandalo Weinstein, è riservata alle donne, con indimenticabili opere-ritratto come 'Naila and the Uprising' di Julia Bacha, su una tenace attivista pacifista palestinese, o 'A woman captured' di Bernadett Tuza-Ritter, sulla schiavitù di una donna ungherese. Altre anteprime italiane confermate sono i premi del pubblico dell'ultimo Sundance Film Festival (Usa), 'Dina' di Antonio Santini, Dan Sickles; il pluripremiato 'The work' di Jairus McLeary, Gethin Aldous, vincitore, fra gli altri, del premio del pubblico al Sheffield Doc Fest (UK); e 'Aleppo's Fall' di Nizam Najar sulla devastante guerra siriana. Spazio anche alle retrospettive con riflettori puntati sul maestro Luigi Nono e le sue colonne sonore per il documentario, sul cinema sperimentale di Bruce Conner e poi ospiti, workshop, Virtual Reality e tavole rotonde per professionisti.

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