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Cinema: Aronadio, religione tema quasi tragico, ridiamoci sopra con 'Io c'è'

22 marzo 2018 | 18.20
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Giuseppe Battiston e, in effige, Edoardo Leo, in una scena di 'Io c'è'
Giuseppe Battiston e, in effige, Edoardo Leo, in una scena di 'Io c'è'

(Adnkronos/Cinematografo.it) - Un film sulla religione, anzi un film sulla religione tutto da ridere, è 'Io c'è' di Alessandro Aronadio, che dice: "Volevo fare un film sulla religione. Oggi è un tema quasi tragico, legato ad argomenti di cronaca drammatici, e qui volevo provare a ridere di qualcosa che sembra così intoccabile". Il suo nuovo film sarà nelle sale dal 29 marzo, distribuito in 350 copie da Vision Distribution, protagonista della commedia è il proprietario di un bed and breakfast (Edoardo Leo) che, siccome ha pochi clienti e troppe tasse, deciderà di trasformarlo in un luogo di culto esentasse. Per farlo dovrà però fondare una sua religione: nascerà così lo 'Ionismo'. "Da ateo mi incuriosisce il fedele e colui che crede in qualcosa perché penso che sicuramente vive meglio di me - spiega Aronadio - Ho raccontato la storia di questo ciarlatano che si ritrova suo malgrado a vivere come guida di questa religione". Nel cast anche Giuseppe Battiston nei panni del teologo di questo credo farlocco, Margherita Buy, Giulia Michelini e Massimiliano Bruno.

Edoardo Leo, che insieme al regista e a Renato Sannio ha scritto la sceneggiatura, aggiunge: "E’ un tipo di racconto che non è solo comico ma anche pensante e in questo caso con un argomento scottante. Vengo da una famiglia cattolica, mia nonna la chiamavano 'Maria la presepa' perché era sempre con il rosario in mano e ogni tanto mi sono chiesto 'chissà come la prenderebbe'. Ma non abbiamo mai ridicolizzato la religione". "Lo Ionismo - dice Aronadio, al suo terzo lungometraggio dopo 'Due vite per caso' e 'Orecchie' - è una religione più contemporanea che mette al centro te stesso e che per certi versi è liberatoria: ti dice fai quello che vuoi, non esistono comandamenti, ma solo suggerimenti. Tutte le religioni raccontano una storia e danno un ordine al caos e una delle funzioni principali è quella di poter appartenere a un gruppo per poter trovare la propria identità". Ma come la potrebbero prendere i fedeli? "E’ un film profondamente rispettoso di chi crede, poi ognuno lo interpreterà come preferisce. Per alcuni è per credenti, per altri è totalmente ateo. Volevo ragionare sul perché dopo anni ancora abbiamo bisogno di riflettere sull’invisibile. Ho curiosità nei confronti di chi crede e non è assolutamente un film contro i fedeli”, risponde il regista. Per Edoardo Leo "Io c’è è una metafora interessante sul confine tra fede e creduloneria e tra religione e cialtroneria. Il principio è stato quello di non irridere e di non mettersi sull’altarino, ma anzi di cercare di capire". Non è un caso quindi se questa commedia uscirà proprio in coincidenza con l’inizio delle festività pasquali: "E’ un richiamo scherzoso", commenta Nicola Maccanico a capo di Vision Distribution.

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