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Cinema

A lezione di Drag Queen, arriva il doc

18 aprile 2018 | 11.58
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Dal film 'Essere divina'
Dal film 'Essere divina'

Chi non ricorda gli strass, il palco e la voce di Julie Andrews in 'Victor Victoria', o le parrucche e i cappellini di due musicisti squattrinati (Tony Curtis e Jack Lemmon) costretti a fingersi donna per sfuggire ai killer di una gang in 'A qualcuno piace caldo'; e ancora gli abiti sgargianti, le piume e le acconciature impossibili dei protagonisti di 'Priscilla, la regina del deserto'. Quanta allegria di fronte a quelle immagini di travestitismo passate sul grande schermo. E alzi la mano chi almeno una volta non ha pensato: "sarebbe divertente indossare lustrini e calcare le scene". Cambiare pelle per sentirsi 'diva', per mostrare il lato ironico di sé, per superare le paure: niente di più facile! Basta entrare nella scuola di Milano dell'Atir/Teatro Ringhiera - unica in Italia - dove si impara a diventare perfette Drag Queen. E il sipario si alza.

A popolare il laboratorio milanese uomini e donne di età diverse e dalle professioni più disparate. Ogni corso è composto di venti allievi che vanno a lezione di Dina, Desiréé, Dee Dee la Crush della compagnia delle Nina's Drag Queens per imparare a camminare sui tacchi alti e finalmente 'essere divina'. Proprio come il titolo del doc, firmato dal regista esordiente Luca Pellegrini e scritto con Maria Teresa Venditti, che racconta la scelta, solo apparentemente bizzarra, di gente comune che ha fatto ingresso in questa scuola e ne è uscita con maggiore senso del sé. Un'operazione immersa nei tempi attuali tra unioni civili e gender che fa riflettere su stereotipi e tabù. Il film sarà presentato sabato prossimo, alle 14.15, al Lovers Film Festival di Torino in prima assoluta mondiale.

"Quando abbiamo deciso di realizzare un documentario sulla prima - e finora unica - scuola per Drag Queen in Italia, immaginavamo delle lezioni per insegnare a un gruppo di uomini - sicuramente gay - a camminare, sorridere, ancheggiare, truccarsi e vestirsi come delle donne, sul modello del film 'Priscilla'", racconta Luca Pellegrini all'Adnkronos. "La realtà ci ha completamente spiazzato, perché il laboratorio è frequentato anche da donne, di tutte le età e condizioni sociali. E tra gli uomini ci sono molti eterosessuali, con famiglia, moglie e figli", continua.

"La scuola è molto più che un semplice laboratorio per diventare Drag Queen - spiega il regista, con un ricco background come sceneggiatore -. All’interno delle lezioni, infatti, si insegna a non vergognarsi di se stessi, a ridere dei propri sbagli. A valorizzare e sfruttare artisticamente le proprie imperfezioni, anzi, a farne un punto di forza. Si insegna a giocare con i ruoli, col maschile e col femminile, in una fluidità che è arricchimento e scoperta ed anche un mettere in discussione i cliché in cui viviamo. In una parola, si insegna a tirar fuori la 'divina' che è in ognuno di noi. Non solo dunque a mettere una maschera per fare spettacolo, ma a svelare quella parte, trasgressiva e giocosa, che quasi mai ci concediamo. Quella parte, appunto, 'divina', perché al di là di qualunque catalogazione e giudizio".

Insomma, al centro del documentario più che parrucche, piume e paillettes si parla di una trasformazione lungo il binario psicologico delle aspiranti drag, dai loro primi incerti passi sui tacchi, dalle lezioni di postura, danza, lip-sync, trucco, fino all'esplosione 'divina' sul palco. Un percorso che sa di crescita personale. "Il messaggio - conclude il regista - è: siate liberi di vivere la vostra complessità e le vostre contraddizioni. Siate liberi di far emergere gli estremi che albergano in ognuno di voi, senza giudizio".

Nel cast, oltre agli allievi/e e gli insegnanti della scuola, ovvero gli attori della compagnia della Nina's Drag Queens, compaiono anche Platinette nel suo ruolo di osservatore esterno e Francesco Micheli, affermato regista d'opera e primo direttore artistico delle Nina's.

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