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La provocazione

Sgarbi: "Io sto con Asia"

21 agosto 2018 | 14.12
LETTURA: 3 minuti

Vittorio Sgarbi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Vittorio Sgarbi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Io sto con Asia". Dopo averla attaccata sul caso Weinstein, Vittorio Sgarbi si schiera a sorpresa con Asia Argento, finita sotto accusa per presunte molestie sessuali nei confronti del giovane attore e musicista rock Jimmy Bennett. "L'incredibile vicenda, che rende la realtà più sorprendente di qualunque fantasia, deve farci riflettere sul Weinstein che è in noi. Uomini e donne", scrive il critico d'arte su 'Il Giornale', sostenendo che "le conquiste della donna l'abbiano resa, spesso, psicologicamente più forte del maschio".

Secondo Sgarbi, infatti, "fino a ieri, salvo che per rarissimi casi di ragazzi minorenni con le loro insegnanti maggiorenni, sarebbe stato impensabile il caso Weinstein a rovescio, ovvero, il produttore infastidito, molestato, e perfino violentato, da un'attrice e non perché non ce ne fossero ragioni psicologiche ma per difficoltà fisiologiche e anatomiche. Ma - sottolinea il sindaco di Sutri - la parità conquistata con l'uomo glielo consente almeno sul piano psicologico".

"Dobbiamo ringraziare Asia Argento - prosegue Sgarbi -. Non potevamo sperare che fosse lei a vendicarci facendo due parti in commedia: la vittima e il carnefice. Dunque Harvey Weinstein ha una allieva, come un vampiro: Asia Argento". Secondo Sgarbi la vicenda denunciata dal 'New York Times' "è un capolavoro: la stessa persona che dopo vent'anni ha denunciato per violenza sessuale Weinstein, si era comportata esattamente come lui".

"Asia si è comportata con lui (Bennett, ndr) come un maschio con una femmina", ribadisce Sgarbi, secondo cui "è meraviglioso che in Asia Argento ci sia contemporaneamente la vittima e il carnefice, ed è anche, non solo una vendetta per i maschi, ma la testimonianza di una vera raggiunta parità dei sessi". "Quello che non funziona è la morale - sostiene il critico d'arte - così come io ho tentato di comprendere le ragioni di Weinstein, e l'ho difeso, allo stesso modo capisco le ragioni di Asia, e mi sembra ridicolo e penoso l'atteggiamento di Jimmy Bennett".

Secondo Sgarbi, infatti, "in entrambi i casi vale la natura stessa della sessualità che presuppone la liberazione di istinti, oltre la ragione". "Si stabilisca dunque un patto tra maschi e femmine che garantisca ciò che oggi sembra definitivamente inibito - conclude il critico d'arte - la libertà dell'istinto, che conduce ad atti spesso innominabili, ma inconsciamente desiderati. E siano rese grazie ad Asia Argento per il suo sacrificio".

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