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Orietta Berti: "Mi mancano le feste di partito!"

24 agosto 2018 | 10.01
LETTURA: 5 minuti

Orietta Berti:

di Antonella Nesi

La sera del 31 agosto a Minturno (Latina), in occasione della serata d'apertura della 14ma edizione del Musica Estate, riceverà il Premio Afi alla Carriera e per Orietta Berti è l'occasione per ripercorrere gli oltre 50 anni di un percorso musicale fortunato, iniziato nei primi anni '60 e proseguito negli ultimi anni tra concerti e tanta televisione, soprattutto al fianco di Fabio Fazio, al cui 'tavolo' su Rai1 tornerà a sedere di nuovo da fine settembre. "Di concerti ne faccio ancora molti. In questi giorni sarò prima a Porto Cervo e poi a Cosenza ma certo è tutto cambiato. Un tempo ero la stakanovista delle feste di partito, quando le Festa dell'Unità e quelle dell'Amicizia organizzata dalla Dc richiamavano centinaia di migliaia di persone. Un po' mi mancano. Ora è più facile trovare 10.000 persone ad una sagra della porchetta. Ma mi diverto molto anche quando mi invitano alle feste gay: da anni ormai sono un'icona gay", afferma con la consueta schiettezza Orietta Berti all'Adnkronos.

Negli ultimi mesi si è parlato di un suo avvicinamento al Movimento 5 Stelle ma la Berti chiarisce: "Ho detto solo che a me paiono persone oneste. Perché di questi tempi chi rinuncia a gran parte dell'indennità parlamentare per il bene comune merita un monumento. Ma non ho votato. Io non voto da tantissimi anni, perché sono sempre in viaggio per lavoro. L'ultima volta il mio voto lo diedi a Enrico Beringuer", rivela.

"Però - aggiunge - ho grande stima di Beppe Grillo. Mi piace il suo impegno e mi piacciono anche i suoi spettacoli. Ne abbiamo fatti diversi insieme tanti anni fa, alle terme di Montecatini e Chianciano: lui si esibiva nella prima parte della serata e poi io cantavo", racconta.

"Sanremo? No, grazie. E' un anno di lavoro per non vedere succedere niente"

"Erano altri tempi - sottolinea - ora il mondo della musica è tutto cambiato. I dischi non si vendono più e pure le case discografiche praticamente non esistono, si occupano quasi solo di distribuzione: io come tanti altri miei colleghi mi autoproduco dagli anni '80". Per la Berti, oltre alla rivoluzione del mercato, pesa sulla musica di oggi "l'assenza di bravi autori: di voci belle ce ne sono tante anche oggi ma le canzoni sono in gran parte brutte o scopiazzate. Allora meglio fare un bel disco di cover come fanno gli americani!", dice.

Anche per questo per la Berti "non ha più senso andare a Sanremo, non per chi come me non ha bisogno di pubblicità. Devi lavorare un anno per non vedere succedere niente. Ha senso per i giovani perché magari aumentano il numero delle serate live o arrivano ad un pubblico che non li conosce". Però il festival continuano a proporglierlo: "L'ultima volta mi sottoposero il brano con cui Il Volo poi ha vinto il Festival: ma io dissi 'no grazie, qui ci vorrebbe un bel duetto di voci liriche'. E infatti...".

Quanto al Premio Afi, la Berti ammette: "Di solito non vado a ritirare i premi ma questa volta è quello dell'associazione dei Fonografici e mi fa piacere esserci". Appuntamento a Minturno dunque, venerdì prossimo.

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