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Danza: migrazioni e integrazione con i greci dell'Aerites Dance Company

30 gennaio 2019 | 12.00
LETTURA: 4 minuti

Alla Fonderia di Reggio Emilia in scena la compagnia greca 'Aeritis Dance' con lo spettacolo 'Planites'
Alla Fonderia di Reggio Emilia in scena la compagnia greca 'Aeritis Dance' con lo spettacolo 'Planites'

Cinque danzatori di incredibile intensità e forza fisica attraverso l’energia dell’hip-hop affrontano i temi dell’immigrazione, dell’integrazione e del vagabondare. 'Planites' di Aerites Dance Company (in scena il 31 gennaio presso la Fonderia di Reggio Emilia), una delle compagnie emergenti più interessanti del panorama internazionale, diretta dalla greca Patricia Apergi, trae ispirazione da un immaginario labirinto urbano. Sono infatti l’anima e il corpo della metropoli a fornire il materiale per la ricerca artistica alla base di questo spettacolo.

Alle ore 20 in programma un talk iniziale sul tema della danza come pratica artistica in grado di raccontare il problema attuale dell’attivazione, o non attivazione, dei processi di aggregazione sociale caratterizzanti il tessuto urbano contemporaneo. Si parlerà di integrazione o non integrazione, con l’intervento del ricercatore Andrea Chiurato a fare da introduzione alla visione dello spettacolo e un momento finale con la coreografa Patricia Apergi. Il talk è a cura della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.

A vagare senza scopo per questa dedalo contemporanea sono stranieri, immigrati, le persone che viaggiano per scelta o per necessità. Si tratta del percorso che viene scelto e su cui le civiltà vengono mescolate e create, attraverso i loro mediatori. A partire dal movimento surrealista in particolare, ma nel mondo dell’arte a partire dal XX secolo, le narrazioni dei 'flaneurs' accanto a quelle dei vagabondi e degli emigranti, dei viaggi, delle trasgressioni e delle deviazioni, di tutti quegli avvenimenti che riguardano il corpo della città, che costituiscono il più fertile sostrato per la fioritura dell’arte.

''Oggi i rapidi cambiamenti che i vecchi centri urbani subiscono a causa della gentrification, della creazione di ghetti e di bonifica delle aree dismesse - si legge in una nota della compagnia - permettono la nascita di nuove interpretazioni e pratiche nel campo dell’arte. I nuovi fenomeni sociali cercano nuove forme e percorsi attraverso cui esprimersi''.Per il progetto 'Planites' la configurazione delle strade cambia. Diventano terreno di vagabondaggio e ricerca per un futuro migliore, melting pot tra lo straniero e l’emarginato, il farsi corpo e sangue legato al tema dell’esilio.

In 'Planites' ci sono persone che provengono da tutto il mondo. Viaggiano e portano con sé le proprie storie ed esperienze passate, al fine di adattarsi a uno stile di vita straniero senza perdere la propria identità. Sono gli immigrati contemporanei. Sono i cittadini del mondo. Lo spettacolo Planites è all’interno del progetto 'Return Trip', progetto sostenuto dalla Stavros Niarchos Foundation. Si tratta di un esperimento, un modello di cooperazione che mira a superare le barriere strutturali di cui la nostra Europa contemporanea è permeata anche in campo artistico, per viaggiare sempre meno a due velocità e trovare un passo comune.

Cogliendo l’input che viene dalla scena contemporanea ellenica, così vitale nonostante una crisi economica e sociale che ancora ne pregiudica lo sviluppo, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto ha costruito una rete insieme a Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, il Festival di Atene ed Epidauro, MM Contemporary Dance Company, Centro Teatrale Bresciano e Les Halles de Schaerbeek costruendo un progetto che attraversa tre città italiane (Milano, Reggio Emilia e Brescia) e due europee (Atene e Bruxelles) alternando spettacoli a seminari, presentazioni a conferenze.

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