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De Santis: "Non credo governo troverà aggressivi i testi Sanremo"

05 febbraio 2019 | 15.31
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Nella foto Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Melissa Greta Marchetto con la Super Band e il Direttore Rai 1 Teresa De Santis  (Fotogramma)  - FOTOGRAMMA
Nella foto Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Melissa Greta Marchetto con la Super Band e il Direttore Rai 1 Teresa De Santis (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

di Antonella Nesi
"Se chi governa dovesse trovare aggressività nei testi del festival sbaglierebbe. È un momento politico di grande transizione. E a me hanno insegnato che per interpretare una fase complicata è importante ascoltare tutte le istanze". Il direttore di Rai1, Teresa De Santis, è tornata a parlare degli aspetti 'politici' del festival, durante la quotidiana conferenza stampa sanremese. "Ci sono tanti testi sui migranti? È un tema centrale in questo momento. Potrei annunciare che la mia nuova trasmissione si chiamerà 'Sbarchi' e potrebbe andare in onda il sabato sera. Non sto scherzando, potrebbe essere un'idea. Io vengo da una tradizione giornalistica in cui la dimensione politica è parte fondante dell'esistenza. Il festival è anche politicità che non è rappresentatività dei partiti, è rappresentazione delle realtà", ha detto divertita De Santis.

De Santis ha ribadito anche il perché del suo disappunto per le dichiarazione di Claudio Baglioni sui migranti: "Riguardava solo una questione di opportunità rispetto al luogo, cioè la conferenza stampa di Sanremo".

Il direttore ha poi replicato, smentendo categoricamente ("non è mai nemmeno lontanamente esistita l'ipotesi di dimissioni di Claudio Baglioni"), a chi le chiedeva se fosse vero, come scritto stamattina dal sito Dagospia, che Claudio Baglioni nei giorni scorsi fosse stato sul punto di dimettersi e che la Rai fosse stata in procinto di cercare un nuovo conduttore per il festival che inizia stasera. Su quest'ultimo punto è intervenuto ridendo il conduttore del Dopofestival Rocco Papaleo: "Questa voce l'ho messa in giro io".

"Il festival non è un anestestico - ha detto ancora De Santis - né è anastetizzato. Ho detto dall'inizio che questo festival l'ho ereditato e lo dico per rispetto di chi ci ha lavorato prima. Ho visto lavorare Claudio Fasulo, con un'accuratezza maniacale. È un grande professionista e non volevo prendermi meriti suoi".

Infine, De Santis è tornata a chiarire il concetto di "filiera amicale" citato ieri per 'sgonfiare' le ipotesi di conflitto d'interessi: "Se Quincy Jones non fosse staro produttore di tanti grandi artisti, per esempio, non credo sarebbe stato facilissimo mettere insieme 'We are the world'. Vogliamo liquidare un evento del genere dicendo che ci fu del conflitto d'interesse?"

A chi le chiedeva una previsione sugli ascolti del festival, De Santis ha detto: "Faccio gli congiuri. Sugli ascolti non mi pronuncerei. Certo, ci aspettiamo il risultato, se lo aspettano gli inserzionisti, se lo aspetta chi segue Rai1".

Quanto al futuro del festival, "l'anno prossimo - ha detto il direttore - non sarà un Sanremo come gli altri. Sarà una celebrazione per il 70mo festival. E quindi dovrà essere edizione corale. E forse bisognerà avere un'idea in più. E anche per questo non è possibile fare qualsiasi ipotesi ora".

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