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Raznovich: "Brano Mahmood fresco e radiofonico"

11 febbraio 2019 | 12.39
LETTURA: 2 minuti

"Non si possono contestare le regole del gioco dopo avere giocato"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

di Pippo Orlando

"Sono abbastanza sorpresa e dispiaciuta dalle polemiche sul nostro voto. Noi avevamo solo il 20% di peso sul voto finale e non potevamo ribaltare niente, lo dice la matematica. Io sono stata chiamata da Baglioni e dalla Rai e ho votato secondo coscienza, scegliendo il brano di Mahmood perché mi sembrava più bello, più ascoltabile in radio e più fresco". Così Camila Raznovich, membro della giuria d'onore, commenta con l'Adnkronos le polemiche scatenate da Ultimo, il cantante arrivato secondo al Festival di Sanremo, per il quale il voto della sala stampa e quello della giuria di cui faceva parte la Raznovich avrebbe ribaltato il giudizio del televoto che lo vedeva in testa.

"Posso rispondere come giurata - dice la Raznovich - e non posso essere responsabile di un regolamento che del resto c'è sempre stato. Se quella di Ultimo, che peraltro ha cantato benissimo, è una polemica contro il regolamento, bisogna dibatterla in altre sedi. Però non si possono contestare le regole del gioco dopo avere giocato; quello che insegno alle mie bambine - sottolinea la conduttrice televisiva - è che se si partecipa a una gara, bisogna anche accettare la possibilità di non arrivare primi".

Camila Raznovich rivendica una certa competenza nel settore: "Dieci anni di Mtv e otto di radiofonia forse un minimo di esperienza nella musica me l'hanno data. Capisco che Ultimo dica: 'Il popolo ha scelto me'. Ma il regolamento di Sanremo prevede delle giurie e quindi se si vuole che sia il popolo a scegliere il vincitore del Festival, bisogna cambiare il regolamento. Le giurie esistono in tutte le gare del mondo - sottolinea la Raznovich - gli Oscar mica li attribuisce il popolo che va al cinema, e i Grammy non li assegnano certo quelli che comprano i dischi. Allora, prima di fare polemiche, stabiliamo se il vincitore di Sanremo debba essere scelto dal popolo o invece nella scelta debba contribuire l'opinione di chi ha particolari competenze nel settore. Io sono convinta che il pezzo di Mahmood sia giovane, figo e radiofonico, ma capisco anche che la mia è un'opinione e non il verbo. Mi dispiacciono le polemiche - conclude - perché la musica deve unire e non dividere, deve essere un momento di gioia".

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