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Ghali contro la paura in 'I love you'

14 marzo 2019 | 20.14
LETTURA: 5 minuti

Ghali, al centro della foto, in un cortile del carcere di San Vittore a Milano
Ghali, al centro della foto, in un cortile del carcere di San Vittore a Milano

Una canzone d’amore per il prossimo, nel senso più stretto del termine. Un manifesto contro la paura dell’altro da noi. Ad un anno da ‘Cara Italia’, il singolo Triplo Platino con oltre 107 milioni di visualizzazioni per il video, considerato a sua volta una sorta di inno degli italiani di seconda generazione, Ghali torna con il singolo ‘I Love You’, in uscita il 15 marzo. Se ‘Cara Italia’ era una dichiarazione d’amore di Ghali al suo Paese, ora sono le persone al centro del nuovo brano, che come ‘Cara Italia’ ha una forte dimensione sociale se non politica. Partendo dal presupposto che “ci sia un essere umano sia sotto la divisa che sotto il passamontagna”, Ghali, nato e cresciuto a Milano da genitori tunisini, racconta, attingendo dalla sua storia personale, che si può e si deve imparare ad amare non solo famigliari e amici, ma anche coloro che ci appaiono come estranei, diversi da noi. L’amore e la speranza possono cambiare in meglio qualsiasi situazione. Anche la più difficile. Questo concetto è espresso nella copertina del singolo, dove si intravede la figura dell’artista in prigione con una palla stroboscopica legata al piede, ma si fa concreto nelle attività sociali a cui Ghali sta dando vita in questi giorni.

Ghali ha, infatti, scelto di associare e presentare questo progetto alla Casa Circondariale di San Vittore di Milano sia perché legata alle esperienze personali che lo hanno coinvolto e che hanno contribuito alla sua crescita personale e alla maturazione di un messaggio positivo, sia perché ha interagito con i detenuti più giovani cercando di dare voce e speranza a chi sta vivendo un periodo di riflessione profonda ma vuole una nuova opportunità."Cara Italia è stata una lettera d’amore al mio paese. L’intento era quello di scuotere qualcosa nell’animo di chi spesso decide le nostre sorti, di fare arrivare a loro il nostro messaggio tramite una canzone d’amore, l’inno italiano della nuova generazione. A un anno dall’uscita nulla è cambiato - dice Ghali - e ho deciso di dedicare un’altra canzone d’amore a chi mi sta affianco, alla prima persona che potrebbe cambiare le cose, al primo futuro, quindi a un amico, un fratello o una sorella. Perché forse bisogna guardarsi a fianco prima di cercare di cambiare la testa di chi tra di noi non vuole mai scendere a giocare. Non ho ancora perso le speranze". Ghali racconta il perché della scelta di San Vittore per la presentazione di ‘I love You’ e come questa esperienza sia legata alla sua storia. “Sono entrato qui per la prima volta da piccolo, per venire a trovare mio padre e questi giorni qui sono stati per me importanti”, spiega.

L’incontro, al quale hanno partecipato cinquanta detenuti e una ventina di giornalisti, è iniziato con la proiezione di alcune interviste realizzate dall’artista ai detenuti che raccontano la loro storia ed è proseguito con un filmato di Ghali insieme ai detenuti nel cortile, dove con l’artista napoletano Jorit hanno realizzato un murales ispirato alla canzone. Una parte dello stesso murales, dipinta su tela, verrà venduta all’asta e i ricavati devoluti al reparto giovani detenuti del carcere (18-25 anni) e al reparto femminile. “È stato un piccolo di modo per portare fuori un po’ di quello che abbiamo condiviso in questi giorni qua dentro”, dice Ghali. L’ascolto del brano è stato accolto dai detenuti con balli ed esclamazioni di apprezzamento, che hanno creato un’atmosfera inaspettata all’interno di un carcere. Uno dei detenuti ha voluto ringraziare Ghali per aver “abbellito l’aria nelle ore trascorse insieme” nella struttura pernitenziaria nel centro di Milano. “Vorrei ringraziarvi per il tempo che ho trascorso con voi - dice Ghali nel congedarsi- ho imparato molto e spero di rimanere in contatto con voi dentro e fuori da qui”.

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