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Travaglio: "Luttazzi prova della verità per Rai e governo"

02 aprile 2019 | 16.28
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(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

di Antonella Nesi

"Il ritorno o meno di Daniele Luttazzi in Rai sarà una grande cartina di tornasole: da un lato dell'intelligenza e della forza dell'attuale classe politica, dall'altro delle qualità del vertice Rai, finora arresosi alla vecchia cara lottizzazione, che è un po' meno peggio della 'renzizzazione' monocolore ma non è il meglio che si possa fare". Marco Travaglio parla così con l'AdnKronos delle indiscrezioni su un possibile ritorno sugli schermi del servizio pubblico di Daniele Luttazzi , con un programma in 8 puntate su Rai2 nel prossimo autunno, a 18 anni dal cosiddetto 'editto bulgaro'. Alla notizia diffusasi ieri di un incontro a Viale Mazzini dell'attore con il direttore di Rai2, Carlo Freccero (direttore anche ai tempi del programma 'Satyricon' che provocò il 'defenestramento' tanto di Luttazzi quanto dello stesso Freccero), Travaglio ammette: "La prima cosa che ho pensato è stata: magari tornasse. Io ci spero molto, sia perché Luttazzi mi fa morire dal ridere sia perché mi sento corresponsabile della sua cacciata".

Il 'Satyricon' di Luttazzi (andato in onda da gennaio ad aprile del 2001 e non confermato nella stagione successiva, nonostante gli ascolti fino a 7,5 milioni di telespettatori) finì infatti nel mirino e in tribunale per l'intervista del 14 marzo del 2001 (a un paio di mesi dalle elezioni poi vinte da Berlusconi) proprio a Travaglio che aveva pubblicato da circa un mese il libro 'L'odore dei soldi', scritto con Elio Veltri, che parlava di possibili rapporti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri con la Mafia. "Di quel libro non aveva parlato nessuno, se non Manifesto e Repubblica. Luttazzi aveva letto la recensione del Manifesto e mi fece chiamare. Io lo conobbi in studio e niente fu preparato. E conobbi dietro le quinte anche Freccero che poi mi disse che ero stato molto efficace e che se avesse avuto ancora una rete mi avrebbe affidato volentieri un programma. Freccero capì che quell'intervista gli sarebbe costata la direzione. E infatti fummo tutti querelati da Berlusconi, Fininvest, Mediaset, Forza Italia. Io ebbi un totale di richieste di risarcimento per 120 miliardi di lire, gli attuali 60 milioni di euro. 24 processi. 24 sentenze. Tutte a mio favore".

Se Luttazzi ti invitasse nel nuovo programma ci andresti? "Ci andrei di corsa. Ma non glielo suggerisco, il dejavù in tv non funziona". Non è che nel frattempo Travaglio è troppo 'filogovernativo' per Luttazzi? "Ma io non sono affatto filogovernativo - risponde - però se c'è un governo che fa delle cose per cui mi batto da decenni sono contento, così come quando fa cose che assurde lo critico con forza".

"Comunque, se lo conosco un po', Luttazzi non è uno che ama ripetersi. Studia, si informa e non ho idea se abbia in mente una cosa alla Letterman o più un one-man-show teatrale", aggiunge Travaglio. In questi anni siete rimasti in contatto? "Certo, ci siamo sentiti spesso e prima che andasse in Spagna ci siamo anche visti ogni tanto, anche perché ha pubblicato con noi dei libri". Come stava? "Era incazzato, non certo intristito. Era arrabbiato come può esserlo uno che ha i suoi numeri, il suo talento, il suo potenziale e non trova più un buco, in 18 anni, sulla tv pubblica, dove possa fare il suo lavoro in libertà".

Per questo, secondo Travaglio, "questa è la grande occasione per la Rai: una congiunzione astrale, con Freccero di nuovo a Rai2, che difficilmente potrebbe ripetersi. E una occasione per Salini, che non è un uomo di partito, per dimostrare la sua indipendenza".

"Sono sicuro che se Luttazzi tornerà lo farà con un grande programma", dice. Il problema, secondo Travaglio, sarà un altro: "Bisognerà capire come si è deteriorato il pubblico in questi anni. Potrebbe non essere più abituato alla satira vera. A quei tempi c'era ancora il ricordo di Grillo, c'era Fo, c'erano i Guzzanti, oggi ci sono solo barzellette e imitazioni. L'unico superstite è Crozza", conclude.

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