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TicketOne contro Agcom

25 giugno 2019 | 13.40
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"Agisca contro secondary ticketing o la denunceremo"

Immagine di repertorio (Ipa/ Fotogramma)
Immagine di repertorio (Ipa/ Fotogramma)

TicketOne scende in campo contro l'Agcom, lamentandone inerzia sul fronte della lotta al secondary ticketing e minacciando l'authority di ricorrere alla magistratura. La società ha reso noti i contenuti di una lettera formale inviata il 21 giugno dal suo amministratore delegato, Stefano Lionetti, all'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, che l'Adnkronos ha potuto visionare. Nata nel 1998, TicketOne è la prima società in Italia di biglietteria, marketing, informazione e commercio elettronico per eventi di musica, spettacolo, sport e cultura. TicketOne, che è leader in Italia nel proprio settore con diversi milioni di biglietti commercializzati attraverso la propria piattaforma multicanale, dal 2007 è entrata a far parte di un circuito europeo guidato dalla tedesca Cts Eventim.

Nella missiva del 21 giugno in sostanza TickeOne ricorda un proprio esposto ad Agcom dello scorso 29 marzo dove chiedeva di intervenire per reprimere il bagarinaggio on line; cita una comunicazione stampa di Agcom del 7 maggio dove si affermava che erano state avviate verifiche finalizzate a reprimere le condotte illecite di secondary ticketing on line; rileva che nulla di concreto è stato fatto chiedendosi peraltro quali verifiche siano necessarie all'Agcom per procedere visto che le violazioni delle disposizioni di legge sono evidenti e continuative e che i siti coinvolti pubblicano in rete annunci pubblicitari che la società definisce "spudorati".

"Le piattaforme online dei tre siti di secondary market operativi - tutti segnalati nell’esposto - e le persone fisiche che mettono in vendita i biglietti seguitano a fare affari in totale disprezzo della normativa emanata sin dall’1 gennaio di quest’anno", ribadisce nella nota diffusa oggi TicketOne che in concreto chiede di attuare nei confronti dei siti in questione "misure repressive", ovvero "oscuramento dei siti, azioni amministrativo-penali nei confronti dei responsabili" e sottolinea l'opportunità di farlo subito anche perchè siamo "nell’imminenza della controversa misura in merito alla nominatività dei titoli di ingresso che sarà operativa dall’1 luglio 2019 e che si ritiene essere non risolutiva ed estremamente invasiva ed onerosa nei confronti del pubblico e degli operatori. Le repressioni dei siti dediti alla compravendita illegale di biglietti di ingresso e dei privati che commettono gli illeciti sono le prime - e secondo molti operatori le uniche - azioni necessarie per far cessare queste condotte nocive per il pubblico e per il settore".

"Riteniamo che l’intervento dell’autorità competente sia una condizione indispensabile per contrastare il fenomeno del secondary ticketing - afferma oggi Lionetti nella nota - sono trascorsi ormai sei mesi dall’entrata in vigore della legge e quasi tre dall’esposto che ha dato l’avvio alle attività di verifica annunciata da Agcom, ma nulla si è fatto". Al termine della lettera del 21 giugno lo stesso Lionetti scriveva: "...siamo con la presente a rinnovare il preciso invito a che codesta Autorità provveda senza ulteriore indugio al pieno esercizio dei propri poteri e doveri repressivi nei confronti delle segnalate condotte abusive, la cui eventuale mancata attuazione ci riserviamo di segnalare alla competente Autorità Giudiziaria".

Al di là dei rilievi di TicketOne, l'attività dell'Agcom sul fronte del contrasto al secondary ticketing dovrebbe superare a breve la fase istruttoria per entrare, se vi saranno gli estremi, in quella che può portare a comminare delle sanzioni: a quanto apprende l'AdnKronos, le verifiche delle quali l'Agcom aveva dato notizia il 7 maggio scorso dovrebbero essere compiute a breve. In questo genere di casi l'attività istruttoria non è semplice, complicata com'è dalla necessità di documentare quanto avviene on line in modo inoppugnabile. Solo dopo sarà quindi possibile comunicare ai soggetti oggetto dell'istruttoria le eventuali 'accuse', a quel punto dovranno passare non meno di una trentina di giorni per consentire eventuali repliche e solo dopo si potrà, nel caso, emettere sanzioni.

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