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Guccini: "I miei colleghi avvelenati per 'L'Avvelenata'"

14 novembre 2019 | 15.57
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Il cantautore presenta a Milano 'Note di viaggio - capitolo 1: venite avanti... ', raccolta dei suoi brani più belli con il gotha dei nuovi cantautori italiani: "Mancano solo i Beatles"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Federica Mochi
C'è la storia della musica italiana, venata da una nota di malinconia. Una nostalgia dal sapore nuovo, corale, che ti prende e non ti lascia più. Come quel barcone arancione in mezzo al mare blu con a bordo il gotha dei cantautori italiani e poi, in mezzo al gruppo, due colossi: Francesco Guccini e Mauro Pagani. Levate le ancore, si salpa. Il 'Maestrone' e il produttore discografico hanno unito le forze per 'Note di viaggio - capitolo 1: venite avanti...', album 'tributo' con le canzoni più belle del cantautore di Pavana reinterpretate da Elisa, Manuel Agnelli, Samuele Bersani, Malika Ayane, Brunori Sas, Carmen Consoli, Luca Carboni, Francesco Gabbani, Ligabue, Giuliano Sangiorgi, Margherita Vicario e Nina Zilli.

L'album, interamente prodotto e arrangiato da Pagani, uscirà domani per Bmg
e contiene anche un inedito di Guccini, 'Natale a Pavana', un regalo che il cantautore ha voluto fare ai suoi fan dopo anni passati lontano dai microfoni. Il brano è una poesia in dialetto scritta dal cantautore e messa in musica da Pagani, che racconta la nostalgia dei ricordi della sua infanzia a Pavana, legati al Natale in famiglia. "E' una poesia che avevo scritto da una vecchia storia - racconta Guccini - un po' per gioco -. Con questo brano non solo ritorno dove ho cominciato ma penso anche a un Natale come occasione di festa. Quando Mauro mi ha chiesto un testo da musicare mia moglie ha pensato a quella poesia e sono contento perché il dialetto pavanese, che non ha storia, ora è assurto agli onori della cronaca".

Particolare la copertina dell'album, un'opera realizzata dallo street artist TvBoy, comparsa a sorpresa il 29 ottobre scorso a Bologna in via Poalo Fabbri, che riproduce una barca in mezzo al mare con tutti gli artisti che hanno preso parte al progetto. Un'immagine forte, che ragiona su un tema di stretta attualità. "Non è stata una mia idea - ammette Guccini - ma penso che voglia significare che tutte queste persone di diversa generazione dalla mia sono radunate insieme, come se fossero sulla barca per una stessa operazione cioè navigare attorno alle mie canoni. Anche io e Mauro Pagani siamo sulla stessa barca, speriamo che vada a finire bene".

Quanto alla scaletta (Elisa canta 'Auschwitz'; Ligabue 'Incontro'; Carmen Consoli 'Scirocco'; Giuliano Sangiorgi 'Stelle'; Zilli 'Tango per Due'; Brunori Sas 'Vorrei'; Malika Ayane 'Canzone quasi d'amore'; Francesco Gabbani 'Quattro Stracci'; Samuele Bersani e Luca Carboni 'Canzone delle osterie di fuori porta'; Margherita Vicario 'Noi non ci saremo'; Manuel Agnelli e Mauro Pagani 'L'avvelenata'), Pagani spiega: "E' stata fatta una prima selezione di pezzi che potevano essere papabili su un corpus di 250 canzoni. Ne ho scelti una quarantina assieme alla collaborazione di Bmg e poi ho fatto una scelta di istinto. Ho scelto 3-4 brani per ognuno ma poi gli artisti si sono comportati in modo diverso".

Il pezzo più conteso? "Sicuramente 'L'avvelenata' - sottolinea Pagani - così ho fatto un colpo di mano e ho detto 'se proprio devo cantare un pezzo allora canto io 'L'avvelenata' e ho chiesto a Manuel Agnelli di duettare insieme. È stato bellissimo constatare quanto affetto e amore ci sia da parte del mondo della musica e della canzone italiana nei confronti di Francesco".

"Ho scritto 250 canzoni ma sembra sempre che abbia fatte solo tre: 'La locomotiva', 'L'avvelenata' e 'Dio è morto' - chiosa Guccini - tutti si fissano sempre su 'L'avvelenata'. Una sera ero in un'osteria a Bologna, entra Vasco Rossi e mi fa i complimenti per 'L'Avvelenata'. Io gli rispondo: 'Guarda che ne ho scritte anche altre, eh'. Molto soddisfatto del progetto anche Pagani: "E' stata un'emozione per me scoprire dei pezzi che non conoscevo - osserva - e una grande occasione di crescita. Ho imparato ad ascoltare e riascoltare attraverso la rilettura dei testi e di pezzi cosiddetti 'minori'. L'operazione più interessante è stata far sì che per ogni interprete il brano sembrasse tagliato addosso".

Guai, però, a chiedere a Guccini se abbia intenzione di tornare a cantare in pubblico: "Non sono Aznavour - scherza il cantautore - e quindi a 80 anni ho deciso di smettere. Non ho alcuna intenzione di rimettermi a cantare, non sono più capace di suonare la chitarra, è posata in un angolo, ogni tanto con qualche amico mi scappa una cantata ma devo dire che la mattina quando mi sveglio ho sempre un ritornello che mi balena nella testa, le canzoni più strane. Chissà dove le ho imparate. Ora scrivo, sono contento di scrivere, era quello che sognavo di fare da grande".

Bocche cucite sull'ipotesi di un nuovo inedito nel secondo capitolo di 'Note di viaggio', che uscirà nel 2020: "Lui dice che lo abbiamo obbligato a cantare con la pistola alla nuca - commenta Pagani -. Mi piacerebbe ci fosse un altro inedito però vediamo, non vogliamo parlarne troppo". Dal canto suo, il cantautore racconta di essersi sentito incuriosito dal fatto che fossero gli altri a cantare un suo brano: "perché quando canti una canzone dai sempre un'interpretazione personale - fa notare Guccini - e quello che mi incuriosisce sono anche la scansione e le pause, l'interpretazione che danno alcuni e quella che danno altri. L'altra sera è venuto a trovarmi Ligabue che ha fatto 'Incontro' e credo sia una bella interpretazione".

'Note di viaggio' è stato interamente realizzato nelle storiche Officine Meccaniche di Milano. "Ho provato a convincerlo a venire in studio ma poi siamo dovuti andare sul campo a registrare, a casa di Guccini ed è stato molto piacevole" confessa Pagani. Quanto all'ipotesi di un rapper che canti Guccini nel secondo capitolo del progetto, Pagani spiega: "Francesco mi ha detto spesso che i rapper sono i nuovi cantautori ma sto cercando una formula perché il rapper ha bisogno di molto spazio e Francesco lo spazio se lo è già preso tutto". Scherza Guccini: "Una volta ho suonato 'L'avvelenata' versione rap e i miei musicisti erano sconvolti. E' difficile fare le mie canzoni in chiave rap". E se fossero i Fab Four a cantare Guccini? "Ecco, i Beatles che cantano 'L'avvelenata' mi sarebbe piaciuto" ammette sornione il cantautore.

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