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Sanremo, Amadeus: "Sarà un grande Festival"

28 gennaio 2020 | 10.11
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Il presentatore: "Le canzoni? Una playlist per nonni e nipoti". Poi torna sulla polemica del 'passo indietro': "Ho capito chi mi è amico e chi no"

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I 24 brani scelti per la prossima edizione del Festival "sono una bella playlist che può essere suonata in radio per intero dal giorno dopo Sanremo. Una playlist che piacerebbe a mio padre che ha 82 anni e a mio figlio che ne ha 11. Io credo che sia un grande Festival". Lo dice Amadeus in un'intervista concessa a 'Leggo' nella quale sottolinea le scelte compiute: "Un rocker come Piero Pelù per la prima volta in gara, Rita Pavone che ci torna dopo 48 anni, Irene Grandi porta una canzone di Vasco. Queste cose non possono passare in secondo piano".

"Non ho riempito delle caselle. Ho fatto delle scelte dettate dalla mia esperienza: lavoro in radio dagli anni Settanta. Posso dire di conoscere i gusti della gente", aggiunge Amadeus evidenziando poi che le donne al Festival sono "in linea con la proporzione di quelle che hanno proposto canzoni. Ma non mi sembra ci sia differenza con il passato. Anzi. Se proprio vogliamo dirlo, questo Sanremo è più rosa di tanti altri. E lo è per una questione di merito e non di un calcolo a tavolino. Ho scelto canzoni e ospiti per il loro valore, per quel che rappresentano e non con un algoritmo. Altrimenti lo facevamo fare al computer".

Il conduttore ritorna poi sulle polemiche innescate dalla frase 'un passo indietro' spiegando che "si è innescata una strana combinazione in cui alcune persone hanno deciso di attaccarmi. Ho già chiesto scusa a tutti e ribadisco che mi dispiace che qualcuno possa essersi sentito offeso da quelle parole". La critica che ha ferito di più Amadeus è stata quella di "sentirmi accusare di sessismo da persone che mi conoscono bene e che sanno che non è vero. Mi è servito a capire chi sono gli amici e chi no".

Il conduttore precisa inoltre la sua posizione in merito alla partecipazione di Junior Callyi sostenendo che lo ha scelto "per la canzone, innanzitutto. Ho sentito il pezzo e l’ho trovato molto forte. Come gli altri 23 d’altronde. Solo chi non si informa può dire che sia uno sconosciuto. È un brano di quelli che ascoltano i giovani. E trovo ingiusto criticarlo senza averlo ascoltato. E anche metterlo al bando per una canzone, che non conoscevo, di tre anni fa".

"Anche perché, diciamoci la verità - conclude - non è tenendo Junior Cally fuori da Sanremo che si tutelano i giovani: oggi i ragazzini, puoi controllarli quanto vuoi, ma ci mettono un secondo con internet ad ascoltare tutto quello che vogliono. Prima di criticare guardiamo e ascoltiamo. È come se si giudicasse un film solo dalla locandina".

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