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Sanremo, i testi dei Big tra parolacce e la profezia di Junior Cally

28 gennaio 2020 | 18.21
LETTURA: 3 minuti

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Antonella Nesi
Tanto amore, tanta famiglia e qualche parolaccia. I testi delle 24 canzoni dei Big in gara a Sanremo, pubblicati nella loro interezza come da tradizione da ‘Tv Sorrisi e Canzoni’ ad una settimana dal festival, riservano qualche sorpresa.

Chi si aspettava, per esempio, volgarità dal ‘rapper della discordia’ Junior Cally, rimarrà deluso. La sua ‘No grazie’ è un inno pop antipopulista. “Non ho i superpoteri/Ma tra tutti riconosco/Chi fa la voce grossa/Sempre e solo di nascosto/Dovrei puntare il dito contro/E fare il populista/Non fare niente tutto il giorno/E proclamarmi artista”, recita il ritornello del brano che prosegue con la ripetizione ossessiva del ‘no grazie’. E le strofe parlano di “resistenza alla dittatura del politicamente corretto”, del sogno “di arrivare in alto senza spendere i soldi di un altro”. E naturalmente, nel passaggio già noto, dei due Mattei della politica italiana (“Spero si capisca che odio il razzista/Che pensa al Paese ma è meglio il mojito/ E pure il liberista di centro sinistra che perde partite e rifonda il partito”). Ma ci sono un paio di passaggi in cui il rapper sembra quasi aver previsto le polemiche: “Parlare di eccesso non è eccessivo/Sono il fuori programma televisivo”, canta Junior Cally, all’anagrafe Antonio Signore. Che poi, quasi a rispondere a chi lo attacca per i suoi testi del passato, conclude: “Giuro la smetto con sta storia del rap/Voglio scrivere canzoni d’amore per la mia ex”.

Nei testi, lunghi e pieni di parole, c'è tanta famiglia (la canzone per la mamma di Giordana Angi, quella per la figlia di Paolo Jannacci, quella per il nipote del nonno rock Pelù), mentre le incursioni nell'attualità, oltre a Junior Cally, sono affidate a Bugo e Morgan, ai Pinguini Tattici Nucleari e anche ad una grintosa Rita Pavone. Che stupirà più di qualcuno, perché il testo scritto dal figlio, di ‘Niente (Resilienza 74)’ contiene una parolaccia nella prima strofa: “Niente, qui non succede proprio niente/E intanto il tempo passa e se ne va/Meglio cadere sopra un’isola o un reality che qualche stronzo voterà”.

Stessa caratteristica nel brano, quotatissimo, di Elodie: “Dici sono una grande stronza che non ci sa fare”, è l’incipit della sua ‘Andromeda’, scritta da Mahmood e Dardust. ‘Sincero’ di Bugo e Morgan, ha un testo interessante e attuale (“odia qualcuno per stare un po’ meglio/odia qualcuno che sembra stia meglio”) ed entra anche questo in quota ‘parolaccia’ (“e un figlio di puttana chiamalo fratello…”).

Sanremo 70 sdogana poi l’incazzatura nei testi di Anastasio (che in ‘Rosso di rabbia’ rivendica “c’ho 21 anni posso ancora permettermi di incazzarmi”) e dei Pinguini Tattici Nucleari (che in ‘Ringo Starr ammettono una certa inadeguatezza, “gli amici ormai si sposano alla mia età ed io mi incazzo se non indovino all’eredità”). Per il resto, si viaggia tra riflessioni esistenziali, giochi di parole intriganti e il buon vecchio cuore, che fa sempre rima con amore.

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