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Sanremo, standing e commozione per il sogno di Paolo

05 febbraio 2020 | 23.30
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Al Teatro Ariston il cantautore malato di Sla con il brano 'Io sono Paolo' di cui ha scritto parole e musica: "Se esiste una speranza ci voglio provare. Per volare mi bastano gli occhi"

Sanremo, standing e commozione per il sogno di Paolo

di Antonella Nesi

Standing ovation e commozione al Teatro Ariston per Paolo Palumbo, il cantautore malato di Sla. Durante le selezioni di Sanremo Giovani, quando non era entrato nelle fasi finali, Amadeus gli aveva rivolto l'invito a salire comunque da ospite sul palco del Teatro Ariston. E così è stato: Paolo Palumbo, 22enne oristanese malato di Sla, è arrivato stasera al festival di Sanremo, per eseguire il suo brano (che era entrato comunque tra i 65 prefinalisti), con l'aiuto di un 'comunicatore vocale' che guida con gli occhi e di due conterranei, il rapper Kumalibre, che canta con lui, e il cantautore Andrea Cutri, che dirige l'orchestra. Il brano 'Io sono Paolo' è autobiografico e Paolo ne ha scritto parole e musica. "Se esiste una speranza ci voglio provare. Per volare mi bastano gli occhi, sono la montagna che va da Maometto, pur restando disteso sul letto", è una delle strofe, che Paolo ha tradotto in realtà arrivando fino a Sanremo. Alla fine dell'esibizione, Paolo attraverso il suo comunicatore vocale ha raccontato la sua vicenda ed ha esortato ad utilizzare il tempo nel migliore dei modi, a dire tutti i 'ti voglio bene' prima che sia troppo tardi. "Nella mente stagnano le malattie più gravi come la mancanza di empatia".

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