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Albanese torna con 'I Topi': "Il mio gioiellino per ridicolizzare i criminali"

02 aprile 2020 | 12.37
LETTURA: 6 minuti

Da domani su Rai Play la seconda serie, dal 18 aprile su Rai3. L'attore e regista "ai domiciliari" per l'emergenza coronavirus: "I ricercatori non sono eroi, sono divinità. Investiamo in ricerca"

Antonio Albanese sul set de 'I Topi'
Antonio Albanese sul set de 'I Topi'

di Antonella Nesi

"'I Topi' sono il mio gioiellino. L'idea l'ho amata dall'inizio: parlare di legalità in modo diverso, raccontando e prendendo in giro l'ignoranza che è alla base della criminalità, senza pistole e morti, che quello lo fanno già in tanti". Antonio Albanese torna nel ruolo di autore, regista e attore ad animare il personaggio di Sebastiano, nella seconda stagione de 'I Topi' disponibile in esclusiva su RaiPlay dal 3 aprile e in onda su Rai3 dal 18 aprile.

Dopo il successo della prima serie, la seconda arriva con altre 6 puntate e conferma la filosofia del racconto della mafia in chiave comica: "La chiave rimane quella di prenderli in giro, di raccontare i criminali per le bestie ignoranti e ridicole che sono, in maniera che nessuno si voglia identificare con loro. Il contrario di quello che accade per altre serie crime, dove i criminali possono risultare una sorta di supereroi sempre vincenti", spiega Albanese, in un'intervista all'Adnkronos, dalla sua casa di Milano dove, a causa dell'emergenza coronavirus, è "chiuso dal 6 marzo, rispettando tutti i protocolli dettati dalle autorità, anche perché mi sembra che stiano dando dei risultati e non mi sembra che ci siano alternative al distanziamento sociale. Così mi sto dedicando alle cose per le quali di solito mi manca il tempo, come leggere di più. E spero che in questo momento così difficile per tutti 'I Topi' contribuiscano ad allietare la quarantena di un po' di persone, facendo sorridere di un argomento interessante".

La prima stagione si è chiusa con l’improvvisa e rocambolesca fuga di Sebastiano e zio Vincenzo aiutati dal fidato U Stuorto. I tre, dopo un lungo viaggio, sono arrivati al mare, ma per non essere raggiunti dalla Polizia che affannosamente li insegue devono rientrare al più presto nella rete di cunicoli. La seconda stagione riparte proprio da qui, dall’avventurosa ricerca di un nuovo rifugio sotterraneo. E sin da subito è chiaro a tutti che non sarà semplice. Lontani dall’amata famiglia, rimasta a vivere nella storica bifamiliare alla periferia di Milano piantonata giorno e notte dai poliziotti, i nostri latitanti dovranno superare molti ostacoli: dalla convivenza forzata con “colleghi” intolleranti al russare dello zio Vincenzo all’incontro con una spumeggiante drag queen. Dopo tante delusioni riusciranno nell’impresa. Sebastiano potrà quindi riprendere il controllo della sua famiglia: dissuaderà - e non con le buone - un ignaro corteggiatore a stare lontano da sua moglie Betta, diventata vedova per copertura; informato che sua figlia è in dolce attesa, agirà in incognito costringendo l’aristocratico fidanzato a sposarla. Infine, il suo più caro amico U Stuorto lo sorprenderà fino a sconvolgerlo.

"Per la seconda serie abbiamo fatto ricerche su molti temi. Nella prima puntata ad esempio abbiamo deciso di accennare al modo in cui 'I Topi' si rapportano con la sessualità non eterosessuale, che loro naturalmente vedono da ignoranti come negativa. Un contributo dei 'Topi' contro l'omofobia. Cerchiamo di ridicolizzare l'ignoranza di certi atteggiamenti", aggiunge l'attore e regista. Che sottolinea anche come la riuscita della serie sia frutto "del clima di entusiasmo e divertimento in cui nasce e della grandissime professionalità di tecnici interni alla Rai, che sugli ambienti e le scenografie hanno fatto un lavoro di cui sarò orgoglioso tutta la vita", spiega, ricordando che la serie, una coproduzione Rai Fiction-Wildside, è tutta girata a Torino, in gran parte nel Centro di Produzione Rai, utilizzando maestranze interne al servizio pubblico. "È un motivo di grande soddisfazione aver svolto tutta la lavorazione nel Cptv di Torino che ancora una volta ha dimostrato l’eccellenza dei nostri colleghi, delle sue maestranze, a tutti i livelli, e un’encomiabile capacità di collaborazione", sottolinea il direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta.

"Il pubblico - aggiunge Andreatta - ha accolto l’idea di Antonio Albanese di rovesciare la prospettiva sulla mafia, scardinare certi cliché e sprofondarla in un sottomondo dove i criminali vivono segregati, prigionieri delle loro paure e della loro ignoranza, condannati a mettere in scena la caricatura di se stessi".

"Con 'Topi' - spiega Mario Gianani, amministratore delegato di Wildside - Antonio ci fornisce uno sguardo sul mondo criminale unico, divertente e crudele, lontano da ogni tentazione di mitizzazione del modello e proprio per questo ancora più realistico. Antonio è un grande interprete e utilizza la comicità per raccontare la società anche nei suoi anfratti più nascosti. Siamo grati alla Rai per aver creduto nella serie incoraggiando una creatività libera di sperimentare in termini di linguaggio e di rappresentazione".

Sulla pausa imposta dal virus ai set cinematografici e televisivi, Albanese ammette: "Non possiamo non essere preoccupati ma come lo sono tanti altri settori. Sono molto fiducioso e ottimista sul fatto che, appena si potrà, ci sarà una voglia di ripartire con più gioia e entusiasmo. Siamo un popolo meraviglioso, ne sono sempre più convinto. Ora non possiamo fare altro che rispettare questi domiciliari. E facciamone un'occasione per trovare in noi la forza. E per capire alcune cose fondamentali, per esempio quanto sia importante investire nella ricerca. E quanto sia assurdo che i ricercatori che possono cambiarci la vita, come ce l'hanno già cambiata in settori come l'oncologia, guadagnino spesso meno di 1.500 euro al mese. Ecco, questi non sono eroi, sono divinità. E bisognerà ricordarselo anche quando l'emergenza sarà passata. Io sostengo da anni l'Istituto Nazionale Tumori di Milano, soprattutto per la ricerca. E la parola che ho scelto per la loro campagna è 'Aiutiamoci'. Perché è questa la chiave: aiutando loro, aiutiamo noi", conclude l'attore e regista.

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