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Nastri d'Argento, Saccà: "Ho creduto nel genio di due ragazzi"

27 maggio 2020 | 21.34
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Il produttore cinematografico ed ex Dg Rai all'Adnkronos: "E’ stata premiata la capacità di visione della Pepito Production che ha puntato sulla poesia del grande maestro Gianni Amelio e sui gemelli D'Innocenzo: la loro è una favola nella favola, da Tor Bella Monaca al trionfo di Berlino"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Veronica Marino

"E’ stata premiata la capacità di visione della Pepito Production che ha puntato sulla poesia del grande maestro Gianni Amelio e sull’inventiva geniale di due ragazzi che non sono allievi di nessuno ma hanno avuto come maestro il cinema puro”. Così il produttore cinematografico ed ex Dg Rai, Agostino Saccà, commenta soddisfatto l’annuncio delle candidature ai Nastri d’Argento 2020 che ha visto eccellere due film prodotti dalla sua Pepito: per ‘Favolacce’ dei gemelli Damiano e Fabio D'Innocenzo, infatti, ben 10 candidature (miglior produttore, miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura, migliore attrice non protagonista, casting, fotografia, scenografia, costume, montaggio) e per ‘Hammamet’ di Gianni Amelio 5 (miglior film, regia, produttore, sceneggiatura, fotografia).

"Amelio, con ‘Hammamet’, è tornato agli splendori anche dal punto di vista degli incassi - sottolinea Saccà conversando con l’Adnkronos - E’ stato sempre un autore splendido di capolavori, ma il successo de ‘Il ladro di bambini’ non lo aveva più avuto al botteghino. Ora con Hammamet ha avuto lo stesso successo e ha incassato oltre 6 milioni di euro se guardiamo non solo i dati Cinetel ma anche i dati Siae. La mia grande soddisfazione è, quindi, aver fatto brillare ancora di più un autore straordinario del nostro cinema con un film difficile, particolare".

L’altra cosa che dà soddisfazione a Saccà è aver scoperto i gemelli D’Innocenzo, allora ventisettenni: “Una sera mi hanno fermato a teatro e mi hanno consegnato la sceneggiatura dell’altro film ‘La terra dell’abbastanza’, che ha avuto un successo meno travolgente di questo, ma a Berlino ha avuto il battesimo internazionale nella sezione Panorama. Ho creduto in loro e ho riconosciuto il talento straordinario che oggi viene conclamato dai critici. Hanno scritto ‘siamo oltre il capolavoro', ‘il cinema italiano non sarà più lo stesso dopo Favolacce’ che – sottolinea Saccà - ha trionfato anche sulle piattaforme. Il primo film visto su 7 piattaforme senza contare la risonanza sui social dove tutti sono impazziti per ‘Favolacce’".

"Quando ho scritto la nota al ministero sulla sceneggiatura de ‘La terra dell’abbastanza’ sottolineai che il film sarebbe stato riconosciuto a livello internazionale, come poi è successo, perché raccontava la provincia romana e italiana senza retorica, con una verità assoluta. Ero convinto che sarebbe stato riconosciuto nel mondo perché la provincia in tutto il mondo è la stessa. Presentando poi il film alla Commissione (e colgo l’occasione per ringraziare il ministero che ci ha dati i soldi e Rai Cinema che ci ha creduto) rispondendo ad una precisa domanda, ho detto che i gemelli D’Innocenzo sono allievi di nessuno, hanno fatto la scuola alberghiera tutti e due ma sono due geni assoluti, hanno letto tutto, hanno visto tutto. Due artisti poveri che sono andati alla scuola alberghiera per avere un mestiere. La loro è davvero una favola nella favola, da Tor Bella Monaca al trionfo di Berlino dove per un pelo non hanno preso l'orso d'oro".

Ma c'è anche una soddisfazione più intima, personale: "Hammamet lo ha seguito mia figlia Maria Grazia con la quale l’ho firmato - racconta Saccà - mentre è stato mio figlio Giuseppe a seguire come produttore ‘Favolacce’, anche in una circostanza davvero difficile come è stata quella dell’estate scorsa quando c’è stato uno sciopero durissimo. Un momento davvero difficile perché in quel momento ci mancava ancora il set fondamentale della scuola. Un momento superato grazie alla scelta di non scioperare del direttore della fotografia, uno dei più grandi in Europa. Anche la troupe così non ha scioperato dicendo che non se la sarebbe sentita di fermare quel capolavoro".

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