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Vittorio Storaro: "Farò un film sulla vita di Gesù da piccolo"

22 giugno 2020 | 18.41
LETTURA: 3 minuti

Vittorio Storaro:

di Ilaria Floris

"Mi è stato proposto un progetto che amo molto, è la storia della vita di Gesù Bambino da piccolo, fino al viaggio in Egitto, e ci ho lavorato buttandomi a capofitto e credendoci. L'ho preparato anche senza un contratto, senza essere certo della data. Perché io credo che se si ama qualcosa, se ci si crede, è bene prepararsi, mandare delle onde energetiche in giro che qualcuno capta". A dirlo all'Adnkronos è Vittorio Storaro, che rivela così, nel giorno dell'annuncio del suo Nastro d'Oro alla Carriera e a due giorni dal suo ottantesimo compleanno, il nuovo progetto che ha in mente.

"Lavorare a delle idee fa sempre bene, ma è anche una possibilità in più di poterle realizzare", dice Storaro. Che rivela anche un altro progetto futuro importantissimo, nato durante la pandemia. "Durante questo periodo di lockdown ho riflettuto su quale sia stato il rapporto più forte, più duraturo, più toccante di collaborazione con un regista , e indubbiamente questo regista è Bernardo Bertolucci. Con lui ho lavorato insieme 25 anni, ho fatto dieci film. Ho deciso quindi di scrivere un libro che racconta un percorso di 25 anni di carriera sul set, e di fare una mostra sui dieci film che ho fatto con lui". Il maestro del cinema annuncia che saranno realizzati entrambi "entro la fine dell'anno". Oggi il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani gli ha assegnato il Nastro d'Oro, che gli verrà consegnato al Museo Maxxi di Roma, in diretta su Rai Movie il 6 luglio.

"Nel primo film che feci con lui ero solo un assistente, negli altri nove ho fatto l'autore della cinematografia -ricorda Storaro- E anche quando lui ha deciso, dopo 'Il Piccolo Buddha', di proseguire il suo percorso da solo, e non mi ha mai spiegato perché -io ancora non lo so- siamo rimasti buoni amici, sono sempre rimasto in ammirazione del suo lavoro, l'ho sempre seguito. Al punto tale che ho deciso si scrivere un libro che racconta un percorso di 25 anni di carriera sul set, e in più tutti questi altri anni di mantenimento delle nostre opere, non solo nell'impegno di restaurarle ma anche conservarle".

In più, aggiunge il 'maestro della luce adorato da Woody Allen, Warren Beatty e Francis Ford Coppola, "ho ritrovato un certo tipo di immagini che io faccio con la macchina fotografica ma particolari, fatte con un doppio scatto, per cui vengono fuori delle immagini che si combinano in doppia esposizione nei dieci film fatti con Bertolucci, e voglio fare una mostra fotografica". Sono immagini stampate grandi, un metro per settanta.

Storaro racconta poi l'esperienza del film con Woody Allen, le cui riprese sono appena terminate. "Ho fatto quattro film con lui, l'ultimo l'abbiamo finito di girare qualche mese fa in Spagna, si intitolerà 'Rifkin's Festival. E' molto interessante, perché Woody Allen è come Fellini, fa sempre film su se stesso e sui suoi ricordi, e il protagonista è sempre un suo 'doppio'".

Il film "vuole comparare nella testa del protagonista, che è sempre il doppio di Woody, il nuovo cinema di oggi al cinema degli anni Sessanta", racconta. Infine, il maestro della fotografia ha una parola sul futuro del cinema dopo la pandemia: "Io spero che sia più creativo, e meno frettoloso", dice. E conclude con un consiglio ai giovani: "Usate periodi come il lockdown, dove siete inattivi fisicamente, per agire mentalmente e preparare i vostri sogni. Perché se si lavora ad un'idea, si ha più possibilità di realizzarla".

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