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Covid, mondo della musica a rischio. Confindustria: "Serve legge"

29 luglio 2020 | 13.37
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La filiera musicale, teatrale e dello spettacolo dal vivo indipendente è a "rischio chiusura": la denuncia delle più importanti associazioni del settore

(Fotogramma)
(Fotogramma)

La filiera musicale, teatrale e dello spettacolo dal vivo indipendente è a "rischio chiusura". Lo denunciano le più importanti associazioni del settore chiedendo un incontro urgente al governo per sollecitare l'introduzione di nuove misure di sostegno nel decreto economico previsto per agosto.

Sono necessarie, secondo i firmatari dell'appello (Stati Generali della Musica Indipendente ed Emergente, Federazione Italiana Artisti, Forum per l’Educazione Musicale, Cafim, Tavolo Permanente Federazione Bandistiche Italiane ) , nuove "misure che consentano concretamente e nell’immediato la realizzazione di un maggior numero di live, di spettacoli e di progetti educativo-musicali, così come l’emanazione di nuovi bandi per produttori, editori, associazioni, in modo da consentire la ripartenza di festival, tour, tournée, con benefici in favore di autori, attori ed in generale artisti, operatori e docenti del settore didattico-musicale e teatrale".

Oggi Innocenzo Cipolletta, presidente di Confindustria Cultura Italia, ha incontrato insieme ai Presidenti delle associazioni aderenti alla federazione, il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini. Cipolletta chiede più attenzione per l'industria musicale e una legge quadro "per ogni comparto dell’economia della cultura, così come già avvenuto per il cinema". “Apprezziamo l’attenzione e la sensibilità che il ministro Franceschini ha dimostrato ancora una volta verso il settore della cultura che con grandi sforzi sta cercando di contenere e reagire al pesantissimo impatto che l’emergenza Coronavirus ha avuto sulle imprese e sui lavoratori", ha commentato Cipolletta in occasione dell'incontro aggiungendo che "l’intervento del Governo e del ministro si è dimostrato tempestivo e determinante nel cercare di contenere i primi effetti negativi della pandemia dovuti alla chiusura e alla sospensione delle attività culturali".

"A questi primi interventi - ha proseguito - sono poi seguite misure dedicate alla ripartenza e alla ripresa della produzione e distribuzione di prodotti culturali che l’intero comparto ha molto apprezzato. Quello che chiediamo al ministro è però un ulteriore sforzo e una maggiore attenzione soprattutto verso l’industria musicale e le imprese che producono e gestiscono servizi per la valorizzazione del patrimonio culturale. Due settori che, insieme all’audiovisivo e ai libri, contribuiscono alla crescita culturale e sociale del Paese e che al momento sono orfani di misure concrete per arginare gli effetti negativi della pandemia”. “In quest’ottica - ha concluso Cipolletta - abbiamo proposto al ministro di elaborare una legge quadro per ogni comparto dell’economia della cultura, così come già avvenuto per il cinema. E’ necessario uno sforzo sistemico e continuo, perché il lockdown e le misure susseguenti hanno messo a dura prova l’intero settore con il concreto rischio che lavoratori, professionisti e imprese della cultura possano scomparire”.

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