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Mondo Rai / Appuntamenti e novità

19 agosto 2020 | 20.25
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(Fotogramma)
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In prima visione la storia di tre sorelle che, con difficoltà, cercano di mandare avanti il maneggio di famiglia: è il film per la tv “Immenhof – L’avventura di un’estate”, in onda domani alle 23.45 su Rai1. Mentre sta portando al pascolo i suoi cavalli, Lou ne trova uno in pericolo, impantanato nella palude. Con l’aiuto di un suo amico riesce a liberarlo. Si viene poi a scoprire che il cavallo, un purosangue da corsa, appartiene al signor Mallinckroth, ex socio di suo padre e proprietario di una famosa scuderia. L’improvviso cambio di comportamento dell’animale fa credere a Mallinckroth che ciò dipenda dal precipitoso salvataggio fatto da Lou. Vecchi rancori e un debito che il defunto padre non era riuscito ad onorare metteranno le ragazze in seria difficoltà.

Serata ad alta tensione quella di Rai Movie (canale) domani alle 21.20, con il film del 2015 “Taj Mahal” di Nicolas Saada con Alba Rohrwacher, Fred Epaud, Gina McKee. Un thriller ispirato a un fatto realmente accaduto, quello degli attacchi terroristici avvenuti il 26 novembre 2008 a Mumbai, in India. Una sera, mentre i genitori sono a cena fuori, la diciottenne Louise rimane da sola nella sua camera d’albergo al Taj Mahal di Mumbai. Ad un certo punto comincia a sentire strani rumori nel corridoio. In pochi minuti si rende conto che è in corso un attacco terroristico. Il suo unico collegamento con il mondo esterno è il telefono cellulare che le permette di mantenere i contatti con il padre che, intanto, sta disperatamente cercando di raggiungerla, malgrado la città sia nel caos. Louise deve trascorrere una lunga notte difficilissima che la metterà a dura prova. Louise, il mattino dopo, non sarà più la stessa.

Un allestimento super tecnologico dalle dimensioni colossali e un palcoscenico galleggiante, unico al mondo, con una spettacolare scena sulle acque del lago di Costanza: dal tradizionale Bregenzer Festspiele dei Wiener Symphoniker diretti dal maestro Enrique Mazzola, Rai Cultura propone il Rigoletto di Giuseppe Verdi, in onda domani alle ore 21.15 su Rai5. La produzione, firmata da Philipp Stölz, ha inaugurato nel luglio del 2019 la 74esima edizione del Festival. Stölzl, regista teatrale e cinematografico, noto per le sue produzioni di successo nei principali teatri d'opera europei così come per i suoi video musicali per Madonna o la band tedesca Rammstein, ha dato vita a uno scenario spettacolare sul più grande palcoscenico lacustre del mondo. Nel cast Vladimir Stoyanov è Rigoletto, Stephen Costello è il duca e Mélissa Petit è Gilda. Lo spettacolo ha attirato 200.000 visitatori ed è stato seguito da quasi 2 milioni di telespettatori in Germania, Austria e Svizzera.

Su Rai Storia il 'faccia a faccia' tra Cesare Romiti e Giovanni Minoli - su Rai Cultura 'Piccole volpi'“Nel mio futuro vorrei essere molto più considerato per i miei aspetti umani, per il calore che ho dentro, per la voglia che ho di avvicinare gli altri, e non più per il successo, per quello che ho ottenuto”. E’ un Cesare Romiti che svela un lato umano inedito quello che risponde così – nel 1986 – all’ultima domanda di Giovanni Minoli in “Mixer” speciale “Faccia a Faccia”, il programma firmato dallo stesso Minoli e Aldo Bruno con la collaborazione di Giorgio Montefoschi per la regia di Sergio Spina. Una lunga intervista che Rai Cultura ripropone domani alle 17.00 su Rai Storia, venerdì 21 alle 19.20 e già questa sera alle 22.05 sempre su Rai Storia, per ricordare il grande manager recentemente scomparso. Romiti, davanti a Minoli, riannoda i fili della sua storia professionale, e parla del suo carattere, del suo modo di intendere l'attività del manager, dei suoi rapporti con l'avvocato Agnelli, del ruolo della dirigenza nello sviluppo della Fiat e dell'acquisto della casa automobilistica Alfa Romeo, ma esprime anche un parere su personaggi come Bettino Craxi e Ciriaco De Mita e sull' andamento della politica italiana. Romiti analizza, poi, l’egemonia produttiva della Fiat e gli investimenti che andavano dall’editoria alla grande distribuzione, e racconta l’amicizia con il manager Mario Schimberni, le caratteristiche degli imprenditori Carlo De Benedetti e Raul Gardini, e l'operazione di esclusione dalla Fiat del presidente libico Gheddafi, che nel 1976 aveva acquistato il 10 per cento di azioni della casa automobilistica. E torna, infine, il lato umano del manager, quando si sofferma sulla propria fede religiosa e sul ruolo delle donne nella sua vita. Le “Piccole volpi” di Lillian Hellman, proposto nella versione scenica diretta da Vittorio Cottafavi e interpretata da Lydia Ferro nel ruolo che fu di Bette Davis nel film omonimo del 1941 firmato da William Wyler: è l’appuntamento che Rai Cultura propone domani alle 15.45 su Rai5 per il ciclo “Dal cinema al teatro”. Tra gli interpreti, oltre a Lydia Ferro, Enzo Cerusico, Mario Feliciani, Diana Torrieri, Giancarlo Sbragia, Aldo Rendine, Laura Efrikian, Roldano Lupo, Dorothy Fisher, Archie Savage. Ambientata nel profondo Sud degli Stati Uniti agli albori del Novecento, la commedia, rappresentata per la prima volta nel 1939 a Broadway, è incentrata sulle vicende di una ricchissima famiglia di proprietari terrieri: un uomo d’affari in precarie condizioni di salute e sua moglie, donna ambiziosa e senza scrupoli. Testimone impotente degli scontri fra i due coniugi è la figlia, una ragazza candida e ingenua che per la prima volta aprirà gli occhi sulla malvagità, le menzogne e i sotterfugi del ramo materno della propria famiglia, in cui le leggi dell’affetto sono soffocate da una feroce avidità. Sin dall’alba dei tempi, i destini della Terra e della Luna sono profondamente  legati. Pendolo dei cicli biologici e insieme punto di riferimento universale di tutte le civiltà, la Luna sembra scandire il ritmo di ogni forma di vita sul nostro pianeta. L’astro che fa battere il cuore degli oceani e che tutte le notti ha un volto diverso, misterioso e allo stesso tempo familiare, è il protagonista della serie in due puntate “Moon”, in onda domani alle 14.40 su Rai5 (canale 23). Il documentario, con l’intervento di esperti, svela la Luna in tutte le sue sfaccettature , mentre le immagini che scorrono altro non sono che i vari capitoli di un unico racconto: quello di una Terra che non avrebbe potuto esistere senza la Luna. Il primo episodio, dal titolo “Illuminati dalla Luna”, spiega come grazie alla regolarità dei suoi cicli, la Luna sia diventata la lancetta del tempo che sembra scandire ogni forma di vita sul nostro pianeta.

Su Rai 5 la storia dei Pink Floyd - Su Rai1 'L'uomo che cavalcava nel buio'La storia dei Pink Floyd narrata dal deejay Tommy Vance e dall'attore Graham McTavish: è il documentario in due parti “Pink Floyd. Reflections & Echoes”, in onda domani e venerdì 21 agosto alle 23.15 su Rai5. Con i contributi dei quattro membri storici della band, il primissimo repertorio con Syd Barrett, collaboratori e musicisti. Nella prima parte, le origini della band sino alla pubblicazione di Meddle nel 1971. Nella seconda, invece, si narrano gli anni della maturità artistica, sino allo scioglimento della band.Rai1 ripropone una serata con Terence Hill, domani alle 21.25, con il film tv "L'uomo che cavalcava nel buio", con Elena Aurora Alessandroni e Marco Cocci. Nel 1998, ad Arezzo, Fabrizio (Marco Cocci), un cavaliere in gara nel "Gran Premio", cade dal suo cavallo, Brando, e muore. Rocco (Terence Hill), proprietario della scuderia, inorridito dall'accaduto e sconvolto dai sensi di colpa per non essere riuscito a fermare Fabrizio, abbandona il suo lavoro per undici anni. Nel 2009 Rocco torna alla scuderia, proprio in occasione della morte di Brando. La morte del cavallo lascia Serena (Elena Aurora Alessandroni), la figlia sedicenne di Fabrizio, nella più totale depressione. Un giorno alla scuderia portano una cavalla ferita, Rebecca che con Serena riesce a creare un'intesa perfetta. Patrizia (Francesca Cavallin), la vedova di Fabrizio, ricordando il triste incidente del marito, raccomanda alla figlia di stare lontana da Rocco e dalla sua scuderia; Patrizia, infatti, ritiene Rocco colpevole di tutto pensando che l'uomo abbia dopato Brando. Mentre Serena monta Rebecca in campo prova, cade e viene ricoverata in ospedale. Rocco cerca di lasciare una volta per tutte la scuderia e confessa a Patrizia di non essere stato lui la causa dell'incidente, ma di essere stato lo stesso Fabrizio a dopare il cavallo che montava in gara, ovvero Brando. Serena, dopo la prima gara, è intenzionata a partecipare al Gran Premio, ma il medico le consiglia il riposo dato che la caduta ha causato alla ragazza un problema alla vista. Toccherà a Rocco chiudere i conti col passato.Odiato, combattuto, deportato, esiliato e poi inseguito per tutto il mondo fino alla morte in Messico per mano di un sicario. Il suo nome è Lev Davidovic Bronstein, meglio conosciuto con il nome di Trotsky, uno dei grandi padri della Rivoluzione d’ottobre, creatore e guida dell’Armata Rossa. A ottant’anni dal suo omicidio, il 21 agosto 1940, il professor Lucio Villari e Paolo Mieli raccontano la vita di questo personaggio a “Passato e presente”, il programma di Rai Cultura in onda domani alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Dopo la morte di Lenin, la sua sarà una parabola discendente, costellata da una progressiva perdita di potere e dal conflitto con Stalin sia sui temi della politica interna che di quella estera: Trotsky è a favore dell’appoggio risoluto a tutti i movimenti rivoluzionari degli altri Paesi, mentre Stalin punta sul consolidamento dello stato e del regime sovietico. È la teoria del socialismo in un solo paese. Ma non si tratta soltanto di un contrasto ideale. I due uomini hanno un temperamento opposto. Trotsky, il tribuno brillante e appassionato, l’intellettuale nutrito del pensiero occidentale, animato da una tensione egualitaria e da una fiducia messianica nella rivoluzione. Stalin, l’uomo di partito che non è mai uscito dai confini della Russia, il realista che diffida dei suoi stessi compagni e che intende innestare il pensiero di Marx sulle tradizioni autoritarie della Russia. Dopo l’espulsione dall’Urss nel 1929, l’esistenza di Trotsky è quella di un uomo braccato, che nessun paese è disposto ad accogliere. Solo il Messico, dal 1937, gli concede il visto e un luogo sicuro dove continuare la sua lotta contro il potere di Stalin. Ma è l’ultimo capitolo della sua vita, che si conclude il 21 agosto del 1940, per mano di un sicario, Ramon Mercader, che era riuscito a conquistare la sua fiducia.

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