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Film su Totti nei cinema solo 3 giorni, esercenti furiosi

21 ottobre 2020 | 15.02
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Ueci si rivolge al ministro: "È prodotto con i contributi statali, faccia rispettare finestre previste"

Film su Totti nei cinema solo 3 giorni, esercenti furiosi

Esercenti cinematografici sul piede di guerra per l'uscita-lampo di 'Mi chiamo Francesco Totti', il film sull'ex capitano della Roma, ritenuto strategico per aumentare le presenze in sala, soprattutto nella capitale, in questo momento di gravissima crisi. L'Ueci (Unione Esercenti Cinematografici Italiani) parla di "ennesimo schiaffo, l’ennesima ingiustizia per l’esercizio cinematografico". E lancia "un appello e un grido di allarme" al ministro Dario Franceschini.

"Prima - lamenta Ueci - il diniego di uscita sul grande schermo dei migliori film ('Mulan' e 'Soul' distribuiti da Disney, 'Il principe cerca moglie 2' da Paramount e 'Le streghe' della Warner Bros) a favore delle piattaforme televisive, scelta che ha lasciato un vuoto incolmabile nei listini ed il deserto nelle sale, poi i ritiri anticipati di molti prodotti cinematografici o il loro rinvio sine die. Oggi la beffa: un film italiano, prodotto con i contributi statali, 'Mi chiamo Francesco Totti', che i produttori (Vision ed Universal) hanno deciso di far uscire per soli 3 giorni nonostante 'le prevendite siano andate molto bene e siamo pronti a stare di più, se gli esercenti ce lo chiederanno' (come dichiarato da Nicola Maccanico di Vision Distribution alle agenzie), anticipando l’uscita su Sky già per novembre".

"Caro Ministro - sottolinea Ueci rivolgendosi a Franceschini - gli esercenti hanno chiesto di tenere il film, a Roma in particolar modo, ma la risposta di Universal è stata un muro di gomma, ed il distributore ha mantenuto l’uscita di soli 3 giorni. E’ evidente allora che tutta la pubblicità fatta in sala (prima e dopo la proiezione) - effettuata con tempi non corrispondenti alle limitazioni del decreto Bonisoli - è andata a beneficio del piccolo schermo: una strategia voluta e speculativa, attuata con lusinghe e promesse non mantenute. Non si comprende allora come giustificare le risorse pubbliche destinate alla distribuzione cinematografica, se questa anzichè sostenere i prodotti cinematografici destinati al grande schermo valorizza l’uscita sui canali televisivi e piattaforme streaming, che producono solo utili per aziende che non sono presenti sul territorio e che utilizzano mezzi di diffusione non aggreganti. Dunque Ueci richiede all’Onorevole Ministro di non concedere eventuali richieste di deroga e al contrario di vincolare la Vision ed Universal a programmare il film 'Mi chiamo Francesco Totti' nelle sale e di mantenere la finestra di 105 giorni come da Decreto".

"Le vecchie fonti normative del decreto Bonisoli – che valgono solo per le produzioni cinematografiche italiane – prevedono obblighi di uscita e tenitura sul circuito cinematografico prima di trovare accesso al piccolo schermo, pena la perdita di molte contribuzioni pubbliche riconosciute ai produttori ed ai Film, e devono essere necessariamente adeguate nella direzione di un modello europeo di tutela delle sale cinematografiche. Ebbene a fronte delle restrizioni agli accessi in sala ed al numero ridotto di presenze per ciascuno spettacolo, gli esercenti attendevano la possibilità di mantenere più a lungo il prodotto cinematografico valido e con buona risposta di pubblico. E’ accaduto il contrario", concludono.

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