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Danza: Cannito, francesi alla guida enti lirici, colpa chiusura corpi di ballo

31 ottobre 2020 | 18.08
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Il regista e coreografo Luciano Cannito
Il regista e coreografo Luciano Cannito

"La Francia ha sempre investito molto più dell'Italia nella cultura, investimenti enormi anche nel balletto, ogni città ha il suo teatro d'opera e un corpo di ballo. Forse non è un caso che ci siano personalità importanti in alcuni posti chiave dei teatri italiani, ma soprattutto alla guida dei corpi di ballo, come è accaduto con la recente nomina di Clotilde Vayer nuovo direttore del balletto del Teatro San Carlo di Napoli proveniente dall'Opera di Parigi, come la nostra Eleonora Abbagnato a Roma o Fréderic Olivier che dirige la compagnia della Scala". E' quanto ha dichiarato all'Adnkronos Luciano Cannito direttore artistico dell'Art Village e del Roma City Ballet Company.

"Sono anni che porto avanti la mia battaglia contro la chiusura dei corpi ballo - ha aggiunto Cannito - Chiusura che ha portato, inevitabilmente, ad un impoverimento del sistema danza italiano, ad una presenza minore sul mercato di persone con un' esperienza, con una carriera alle spalle di leadership, di gestione manageriale che avrebbero potuto competere con i colleghi stranieri. Lo dico con rammarico, con amarezza - ha aggiunto - nel nostro Paese sta scomparendo la cultura della danza che, a mio avviso, passa anche attraverso i direttori dei corpi di ballo".

Ed ha ancora ricordato Luciano Cannito: "Speriamo che la nostra identità, la nostra storia e la nostra cultura non si disperdano nell'oblio. Ben vengano le ospitalità straniere, non ultima quella di Wayne McGregor alla Biennale di Venezia. Purtroppo non ci sono più italiani, non è stato investito in questi ultimi anni sui coreografi, sui registi, sui danzatori. Non si capisce dove è avvenuto e perchè il corto circuito. Sono battaglie che sto facendo da anni - ha proseguito -partendo dalle scuole di danza ancora senza alcuna normativa o legislazione, contro la chiusura dei corpi di ballo, mentre le orchestre e i cori rimanevano aperti"

"Ma sono ottimista sul futuro - ha concluso il regista e coreografo romano- Ogni crisi ha sempre stimolato la creatività e le persone, finita la pandemia, vorranno riappropriarsi della propria vita. Io sono già proiettato nel 2021 con una serie di progetti. Intorno a me vedo infiniti fermenti. Anche se a mio parere sarà difficile ripartire se non prima della prossima primavera. Basti guardare la programmazione dei teatri di Broadway".

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