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Sanremo, discografici: "Serve protocollo Cts, artisti in presenza solo sul palco"

18 gennaio 2021 | 16.36
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Il presidente Fimi all'Adnkronos: "In questo momento può realizzarsi solo progetto esclusivamente televisivo. Se il festival vuole andare in onda dal 2 al 6 marzo non c'è un altro minuto da perdere"

Sanremo, discografici:

"Con l’ultimo Dpcm che scadrà il 5 marzo, ovvero in piena settimana del festival, è evidente che la Rai debba fornire con congruo anticipo un serio protocollo sanitario su Festival di Sanremo, che dovrebbe essere approvato dal Cts, così come è avvenuto, ad esempio, per i prossimi mondiali di sci a Cortina". Ad affermarlo, in un'intervista all'Adnkronos, è Enzo Mazza, il presidente della Fimi, la federazione dell'industria musicale italiana. Quella che in sostanza rappresenta i 26 artisti in gara tra i Big, gli 8 in gara tra i Giovani e probabilmente una buona parte degli ospiti del festival.

A chi gli chiede un'opinione sulle 'questioni aperte' del pubblico in platea all'Ariston e della realizzazione di una sala stampa, Mazza risponde: "Il festival è un evento importante e sicuramente sarebbe un bel segnale di ripartenza farlo tutto in presenza ma è evidente che in questo momento, così rischioso, si possa realizzare solo un progetto esclusivamente televisivo. Sono esclusi - dice senza mezzi termini - per i nostri artisti scenari con palchi esterni, passerelle con pubblico, stand di sponsor e radio e incontri stampa. Tutto dovrà avvenire in streaming come accade oggi in qualsiasi altro evento, a partire dal festival del cinema di Berlino, che si tiene nella stessa settimana di Sanremo".

Lo stesso, per il presidente Fimi, dicasi per le preoccupazioni del Comune sulle ripercussioni di un'edizione ridimensionata nelle presenze su strutture ricettive e ristoranti: "La primaria preoccupazione - dice Mazza all'Adnkronos - non può essere in questo momento quella relativa al pubblico in presenza, alle sale stampa in presenza o ai commercianti e ristoratori di Sanremo. Al primo posto c'è la necessità che Rai comunichi con urgenza un serio protocollo certificato per artisti e operatori del settore, che garantisca la massima sicurezza onde evitare rischi sanitari in ogni area della produzione e dell’ospitalità. Gli artisti coinvolti sono gli unici senza i quali il festival davvero non si può fare".

"Se il festival vuole andare in onda dal 2 al 6 marzo non c'è un altro minuto da perdere"

D'altronde, sottolinea Mazza, "Sanremo non è extraterritoriale: non si può immaginare che un Festival in piena pandemia possa derogare a stringenti misure che si applicano in tutto il Paese e che rendono la vita difficile da un anno ad albergatori e ristoratori di tutta Italia. Mi sembra evidente che il resto del Paese non solo non capirebbe ma rimarrebbe negativamente colpito se a Sanremo venissero concesse deroghe solo per la necessità di accontentare esigenze economiche di Rai e del Comune di Sanremo", aggiunge Mazza che torna a ribadire la questione tempi: "Al festival, per come è stato finora calendarizzato, mancano 6 settimane, cioè siamo già in grave ritardo. Eppure, allo stato non è giunta ancora nessuna comunicazione in merito a tamponi, gestione delle prove e gestione del personale delle case discografiche. Non c'è un altro minuto da perdere, se il festival vuole andare in onda dal 2 al 6 marzo", avverte Mazza.

"Abbiamo visto cosa sta accadendo in Australia con gli open di tennis o il focolaio in atto a Saint Moritz ed è pertanto fondamentale muoversi presto e con grande cautela", conclude.

di Antonella Nesi

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