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Invecchiamento demografico e debito pubblico: un binomio ad alto rischio

22 maggio 2023 | 12.50
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Tassi più elevati combinati con l'aumento delle pensioni e dei costi sanitari sono destinati a pesare sulle finanze degli Stati

Invecchiamento demografico e debito pubblico: un binomio ad alto rischio

L’invecchiamento della popolazione sta colpendo le finanze pubbliche di tutto il mondo. È l’avvertimento lanciato dal Financial Times sui dati delle agenzie di rating. I recenti aumenti dei tassi di interesse combinati con l'aumento delle pensioni e dei costi sanitari sono destinati a pesare sulle finanze degli Stati, secondo Moody's, S&P e Fitch.

I declassamenti dei rating mondiali sono probabili senza riforme radicali, minacciando di creare un circolo vizioso di oneri fiscali più elevati e costi di indebitamento in aumento. La Federal Reserve statunitense, la Banca centrale europea e la Banca d'Inghilterra hanno alzato tutti i tassi di interesse questo mese ai livelli più alti dalla crisi finanziaria, aumentando i costi del servizio del debito dei governi.

Per Moody's Investors "in passato, i dati demografici erano una considerazione a medio-lungo termine. Ora, il futuro è con noi e sta già colpendo i profili di credito sovrano". Per Fitch, invece, “mentre i dati demografici si muovono lentamente, il problema sta diventando più urgente” e “più a lungo i governi rimandano l'azione, più dolorosa sarà l'azione”.

Dati demografici

Le agenzie di rating affermano che l'aumento dei costi di indebitamento sta aggravando sia l'impatto sulla crescita dei cambiamenti nella popolazione in età lavorativa, sia il colpo alle finanze pubbliche dell'aumento delle spese sanitarie e pensionistiche. Ciò ha influito sulle prospettive del debito nell'Unione Europea, dove, secondo la Commissione Ue, la quota di popolazione sopra i 65 anni passerà dall'attuale 20% al 30% entro il 2050, così come in Giappone e negli Stati Uniti.

Secondo uno stress test di S&P, un aumento di un punto percentuale dei costi di indebitamento aumenterebbe di circa 40 punti il rapporto debito/prodotto interno lordo per Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti: -60 punti percentuali entro il 2060.

Gli analisti affermano che in tutto il mondo, i paesi dell'Europa centrale e meridionale hanno tra i peggiori profili demografici. Spiccano, negativamente, la Germania, la cui popolazione sta invecchiando a uno dei tassi più rapidi a livello globale, il deficit strutturale del sistema pensionistico in Spagna e la gestione finanziaria della Francia. Promossa solo la Grecia per le radicali riforme del suo sistema pensionistico dopo la crisi del debito. Al contrario, prospettive in peggioramento per diversi paesi asiatici a causa delle pressioni demografiche: Corea, Taiwan e Cina tra i profili peggiori.

Proiezioni

S&P ha affermato a gennaio che circa la metà delle maggiori economie mondiali sarà declassata a spazzatura entro il 2060, rispetto all'attuale livello di circa un terzo, se non verranno prese misure per ridurre i costi dell'invecchiamento della popolazione e ha stimato che, in assenza di riforme alle politiche fiscali legate all'invecchiamento, il governo tipico avrebbe un deficit del 9,1% del PIL entro il 2060, un enorme aumento dal 2,4% nel 2025. S&P prevede, inoltre, che i costi delle pensioni aumenteranno in media di 4,5 punti percentuali del PIL entro il 2060, raggiungendo il 9,5%, anche se con un'ampia variazione tra i paesi. L'agenzia di rating ha previsto, infine, che, tra il 2022 e il 2060, la spesa sanitaria aumenterà di 2,7 punti percentuali del PIL per il paese mediano.

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