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Iperattivi ma non troppo: per gli esperti i dati sui bimbi con Adhd sono sovrastimati

03 novembre 2014 | 13.04
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 - (foto INFOPHOTO)
- (foto INFOPHOTO)

(Adnkronos Salute) - "Ma dove sono tutti questi bimbi iperattivi?". Se lo chiedono gli scienziati dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, autori di uno studio le cui conclusioni "smentiscono clamorosamente" - si legge in una nota diffusa dall'Irccs diretto da Silvio Garattini - i dati sulla sindrome da iperattività e deficit dell'attenzione (Adhd) riportati dalla letteratura mondiale: "I bambini e gli adolescenti iperattivi, affetti da una vera e propria patologia, sarebbero il 5,3% della popolazione tra 5 e 17 anni". Ma "secondo i dati raccolti dal Registro Adhd della Regione Lombardia, pubblicato sulla rivista 'Ricerca&Pratica' (www.ricercaepratica.it) e frutto di una capillare e dettagliata indagine, in Lombardia la prevalenza del disturbo è del 3,5 per mille, 15 volte inferiore a quella riportata come media mondiale".

"La forza e unicità di questo studio - sostiene Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di Salute pubblica del 'Mario Negri' e responsabile del Registro regionale Adhd - sono rappresentate dalle dimensioni (tutta la popolazione di un'intera regione coinvolta), dalla metodologia applicata (Registro, formazione, informazione), dalla durata nel tempo (il progetto è ancora attivo). Dai dati raccolti dal Registro e da quelli dei database amministrativi sanitari regionali (prescrizioni, ricoveri, visite ambulatoriali), i bambini e adolescenti (5-17 anni) che presentano Adhd in Lombardia risultano essere 4.200, di cui 378 in terapia psicofarmacologica (9%)": appunto "una prevalenza del disturbo del 3,5 per mille, 15 volte inferiore a quella riportata come media mondiale (5,3%)".

Il Registro lombardo è stato istituito nel 2011 nell'ambito di uno specifico progetto regionale di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza e sostenuto dalla Direzione generale Salute della Regione, ricorda il Mario Negri. I risultati dello studio documentano che al 65% dei bambini e adolescenti (5-17 anni) che accedono ai 18 centri regionali di riferimento per l'Adhd attivi in regione Lombardia per sospetta sindrome viene confermato il disturbo: circa 400 nuovi casi ogni anno, con un picco attorno agli 8 anni d'età.

Dallo studio emerge anche un 'identikit' dei bambini iperattivi lombardi: si tratta soprattutto di maschi (il doppio rispetto alle femmine); in un terzo dei casi è presente familiarità, e nella maggioranza dei pazienti è presente almeno un altro disturbo psicopatologico. Solo il 15% ha ricevuto un trattamento psicofarmacologico, mentre quasi tutti una terapia psicologica. "Risultati inattesi e lontani da quelli riportati in precedenti studi nazionali e internazionali", affermano i ricercatori.

"Gli utenti che giungono ai 18 centri regionali di riferimento sono solo quei pazienti che hanno un disturbo medio-grave, con maggiore comorbidità - evidenzia Antonella Costantino, presidente Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza) e responsabile della Unità operativa di neurologia e psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza-Uonpia della Fondazione Irccs Policlinico di Milano - mentre i casi lievi e che non necessitano di trattamento psicofarmacologico sono gestiti direttamente dalle altre 14 Uonpia regionali. Tuttavia, anche stimando di triplicare la prevalenza per includere anche i casi lievi, i pazienti con Adhd in regione Lombardia sarebbero comunque molto pochi rispetto all'atteso".

"Il progetto ha attivato progressivi e significativi miglioramenti nella pratica clinica, garantendo un'efficiente e omogenea qualità delle cure - conclude la coordinatrice Edda Zanetti, responsabile Uonpia agli Spedali Civili-Presidio ospedale dei bambini di Brescia - Un progetto che necessiterebbe di essere prorogato per l'Adhd e generalizzato anche ad altri disturbi rilevanti di neuropsichiatria dell'età evolutiva".

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