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Ipotesi cessione di una quota dell'Eni, ma arriva la smentita del Tesoro

17 marzo 2015 | 14.09
LETTURA: 2 minuti

Un 'misunderstanding', lo definisce il viceministro dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti. La risposta a una domanda dei cronisti sembra aprire a un nuovo passo nella strada delle privatizzazioni. Ma subito dopo arrivano le precisazioni

L'Ad di Eni Claudio Descalzi
L'Ad di Eni Claudio Descalzi

Un misunderstanding, riporta la versione ufficiale. L'ipotesi di una cessione di parte della quota dell'Eni in mano pubblica, sulla falsa riga di quanto già fatto per Enel, tiene banco per una manciata di minuti. Il tempo necessario a diffondere una doppia puntualizzazione. Quella del viceministro delle Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, prima, e subito dopo quella del Tesoro.

Tutto nasce da una domanda rivolta dai giornalisti a De Vincenti, a margine di un convegno. Il governo punta a vendere una "quota limitata dell'Eni, così come abbiamo fatto per l'Enel", risponde il viceministro, aggiungendo: "si tratta di un'azienda strategica e quindi manterremo il controllo pubblico". Parole a cui si aggiunge una valutazione più generale: "Eni è una società molto forte e, al di la dell'andamento del prezzo del petrolio, ha prospettive di mercato solidissime".

Poi, la prima precisazione. "La risposta riportata dalle agenzie di stampa sulla eventuale cessione di una quota Eni risente in realtà di un misunderstanding: intendevo infatti riferirmi alla messa sul mercato già realizzata di una quota Enel". Quindi, a chiudere il cerchio, la nota del Tesoro. "Il Ministero dell’Economia e delle Finanze precisa che non è prevista la collocazione di quote Eni sul mercato".

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