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Ipotesi rimpasto, Lega scommette su strappo

19 luglio 2019 | 19.39
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E spuntano i nomi dei leghisti Volpi e Molteni per sostituire Trenta alla Difesa. Malumori dei big del Carroccio: "Basta, strada segnata, meglio staccare spina"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Francesco Saita
Il gelo di Helsinki a Roma si squaglia e sembra poca cosa, lasciando emergere qualche nome per il tagliando di governo, come quello del leghista Raffaele Volpi alla Difesa, pronto a subentrare alla Trenta. Intanto Matteo Salvini - che sembrava a un passo dalla rottura con gli alleati di governo - se ne resta defilato a Milano, facendo smentire di essere in procinto di salire al Colle da Mattarella, per parlare con chi deve decidere di un eventuale voto anticipato. Dalla crisi quasi certa ("a colpi di no l’Italia non può andare avanti"), al rimpasto imminente, che mette nel mirino Toninelli e Trenta (il primo che "blocca la Gronda di Genova", la seconda "che propone di mettere in mare altre navi della Marina, rischiando di attrarre nuove partenze e affari per gli scafisti"), si finisce, al "noi stiamo lavorando ai progetti e alle cose da fare, non alle poltrone". Il tutto nel giro di due ore, nel venerdì che, come promesso, Salvini ha dedicato ai figli, mancando il Cdm delle 12 e poi il vertice sulle autonomie regionali differenziate.

Ma i leghisti della prima fila, gli uomini più vicini al leader, non vedono margini per evitare uno strappo su cui ormai tutti scommettono. Anzi di più: "I big sono tutti d'accordo per togliere la spina", dice all'AdnKronos una fonte parlamentare. "C'è un gran caos", aggiunge un altro nome del Carroccio. E sul fatto che Salvini vada a breve al Colle ci sono pochi dubbi. "Magari non va per aprire la crisi, ma è un segnale che viene dato".

Nel frattempo qualcosa si aggiusterà nella squadra di governo, e non saranno solo i sottosegretari mancanti, dopo lo stop a Siri e Rixi, 'sacrificati' da Salvini, dopo il fuoco alleato che non ha voluto accettare ombre, con indagati e condannati, nell'esecutivo. Il braccio di ferro sulla Trenta, le cui posizioni spesso si sono scontrate con quelle dello stesso Salvini 'ministro dei porti chiusi' e quello su Toninelli fa partire il totonomi dei leghisti in pole per sostituire i due Cinque Stelle.

Per la casella Difesa, rumors ci sono su Raffaele Volpi, attuale sottosegretario, già leader di 'Noi per Salvini'; altro nome possibile quello del sottosegretario del Viminale, Nicola Molteni, fedelissimo di Salvini, ma che sarebbe meno digeribile da Di Maio. Nessun nome, per ora, trapela per il Mit. Che resta un ministero chiave, su cui la Lega ha più interessi di 'bandiera', visto il dossier infrastrutture e soprattutto quello Tav. "Ma - taglia corto un'altra fonte - si tratta di soluzioni posticce, la strada sembra segnata, il governo gialloverde cadrà in autunno".

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