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Ippolito (Spallanzani): "Si stimano 2,8 mln di contagiati in Italia"

14 maggio 2020 | 14.15
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Il direttore scientifico dell'Istituto: "Abbiamo meno persone infette rispetto ad esempio al Belgio". E sottolinea: "Offerta spregiudicata di test sierologici"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"L'Imperial College di Londra ed Eurostat forniscono periodicamente le stime di quante persone dovrebbero essersi infettate in ogni Paese. La stima per l'Italia è del 4,65%, con un range tra il 3,75% e 5,8%. Questo significa che sull'intera popolazione italiana solo 2,8 milioni di persone hanno avuto contatto con il virus in Italia". Lo ha sottolineato il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, nell'audizione informale davanti alla Commissione Igiene e sanità del Senato sui profili sanitari della fase 2.

"Domani avremo nuove stime - ha detto Ippolito - ma contrariamente a quello che si pensa, l'Italia ha meno persone infette, facendo la proporzione, rispetto ad esempio al Belgio, che ha in assoluto la quota più elevata di persone che hanno avuto l'infezione, il Regno Unito e la Svezia. Per cui - avverte Ippolito - chi dice che applicare le misure adottate in Italia può essere stato eccessivo, non si rende conto che noi abbiamo ancora solo una piccola quota di persone che sono state esposte al virus. E di queste non sappiamo quante saranno protette. Da qui - conclude - la necessità di fare uno studio di sieroprevalenza che fornisca informazioni sulla popolazione e sia rappresentativo delle diverse categorie del Paese".

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