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Iran: analista, 'su Zarif un voto di fiducia, ora è più forte'

28 febbraio 2019 | 13.24
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Iran: analista, 'su Zarif un voto di fiducia, ora è più forte'

Quello sul ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, prima dimissionario e poi tornato al suo posto dopo gli appelli dell'establishment, è stato "un voto di fiducia" che l'ha "rafforzato". E' quanto sostiene in un'intervista ad Aki-Adnkronos International l'esperto di questioni iraniane Adnan Tabatabai, co-fondatore del Center for Applied Research in Partnership with the Orient (Carpo), think-tank basato a Bonn, in Germania.

Numerose ipotesi sono circolate sulle cause che avrebbero spinto Zarif a dimettersi, tra cui le divergenze sorte con l'ufficio del presidente Hassan Rohani per la sua esclusione dal vertice di lunedì a Teheran con il presidente siriano, Bashar al-Assad. "Credo che le rimostranze di Zarif contro il presidente Rohani fossero reali e le sue dimissioni una chiara affermazione: 'Ne ho abbastanza' ".

Allo stesso tempo, prosegue l'analista, Zarif si attendeva un "ampio sostegno" per quello che stava facendo. "Mettere in mostra la sua insofferenza lo ha rafforzato. Per questo motivo considero ciò che è accaduto come un voto di fiducia" sul ministro, che gode di "popolarità e appoggio dell'establishment politico", spiega Tabatabai, secondo il quale a breve termine gli "attacchi" contro Zarif da parte degli ultraconservatori "diminuiranno".

Parlando, infine, dei motivi che hanno convinto Zarif a rimanere al suo posto, l'analista cita gli "appelli in suo favore da tutto arrivati dallo spettro politico iraniano, inclusi quello indiretto della Guida Suprema (Ali Khamenei, ndr) e di persone molto influenti come Qassem Soleimani", il comandante iraniano della Forza Quds, il corpo di elite dei Guardiani della Rivoluzione. "Finché la sua autorità rimarrà intatta - conclude Tabatabai - Zarif continuerà il suo servizio come miglior diplomatico del Paese".

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