(Aki/Washington Post) - "Negare un visto a un ambasciatore designato dell'Iran potrebbe mettere a repentaglio il riavvicinamento diplomatico del presidente Obama con la Repubblica islamica, che e' ancora in una fase delicata", ha affermato Michael Singh, direttore del 'Washington Institute" per la Politica del Medio Oriente ed ex responsabile per il Medio Oriente nel Consiglio nazionale di Sicurezza Usa. "Ma concedere il visto (ad Aboutalebi, ndr) sarebbe una mossa controversa e rafforzerebbe l'impressione tra gli alleati regionali (le monarchie del Golfo, ndr) che Washington e' intenzionato a ignorare il comportamento immorale dell'Iran pur di ottenere l'accordo sul nucleare".
Dello stesso avviso di Singh e' Suzanne Maloney, esperta di Iran al 'Brookings Institution", un centro studi con sede a Washington. Secondo l'analista, il governo si prendera' del tempo prima di rispondere alla richiesta di visto per il nuovo ambasciatore iraniano che - a suo parere - "non sara' approvata senza un dibattito appropriato al Dipartimento di Stato". Secondo la Maloney, tuttavia, c'e' il rischio che un'eventuale via libera potrebbe scatenare l'opposizione del Congresso e non solo perche' la memoria della crisi degli ostaggi e' ancora viva. "Questa storia non e' ancora stata dimenticata", ha affermato.
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