(Aki/Washington Post) - Le compagnie aeree europee stanno aggiungendo o lanciando nuovi collegamenti con Teheran. E' il caso, ad esempio, dell'Austrian Airlines che a marzo ha ripreso i voli da Vienna. Per la prima volta dalla rivoluzione islamica del 1979, inoltre, le grandi catene di alberghi di lusso stanno progettando di tornare in Iran: di recente il gruppo saudita Rohana ha annunciato di voler costruire un cinque stelle a Teheran e a Mashad.
Anche il governo e' pronto a fare la sua parte per dare un'ulteriore spinta al turismo, consapevole che il boom del settore e' un'opportunita' importante per trascinare l'economia fuori dalle secche. Nei giorni scorsi il ministro dell'Intelligence, Mahmud Alavim, ha dichiarato che l'esecutivo punta ad agevolare le procedure d'ingresso nella Repubblica islamica, eliminando la necessita' di visto per 12 paesi.
"La stabilita' della situazione politica avra' un importante impatto sull'economia", ha spiegato Rahmani-Movahed, sottolineando come cio' abbia ricadute positive sul pil del paese, dove la voce turismo nel 2012, ovvero quando era ancora presidente il 'falco' Mahmoud Ahmadinejad, contribuiva per il 6,3% alla ricchezza nazionale. La pensa cosi' anche la Guida Suprema della Repubblica islamica, l'ayatollah Ali Khamenei. In uno dei suoi ultimi discorsi sulla necessita' di "un'economia di resistenza" alle sanzioni ha citato il turismo come fattore decisivo per "conquistare la vittoria".
