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Iran, l'esperto italo-iraniano: "Il velo è come il Muro di Berlino"

19 ottobre 2022 | 17.07
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Abdolmohammadi: "Passo indietro autorità iraniane significherebbe perdita filo ideologico Repubblica Islamica. Andranno avanti con linea dura"

(Afp)
(Afp)

Una "protesta nazionale" e "generazionale", la "più moderna del XXI secolo", una contestazione in cui "il fatto che tante ragazze abbiano tolto il velo sfida il codice valoriale della Repubblica Islamica", un sistema politico in cui "il velo è visto come una sorta di Muro di Berlino" e se le autorità "dovessero fare un passo indietro su questo perderebbero il filo ideologico della Repubblica Islamica", per questo andranno avanti con la "linea dura". Parla con l'Adnkronos Pejman Abdolmohammadi, professore associato di Studi mediorientali presso l'Università di Trento e ricercatore associato dell'Ispi, dopo un mese di proteste in Iran, un movimento "nato in modo autonomo" su iniziativa delle "nuove generazioni" e, rimarca l'esperto italo-iraniano, "soprattutto con una leadership femminile".

La "miccia" è stata la morte di Mahsa Amini, la 22enne deceduta il mese scorso dopo essere stata arrestata a Teheran con l'accusa di non indossare il velo in modo "corretto". Ultimo a esplodere in ordine di tempo è stato il caso della climber Elnaz Rekabi, che domenica in Corea del Sud, ai Campionati asiatici di arrampicata sportiva, ha gareggiato senza hijab e che è 'sparita' dopo quell'uscita fin quando nelle scorse ore non è riapparsa all'aeroporto di Teheran con il capo coperto da un cappellino da baseball nero e un cappuccio di una felpa.

"La morte di Mahsa Amini ha catalizzato un dissenso e una critica che da anni serpeggiava all'interno della società, soprattutto tra i giovani iraniani", dice Abdolmohammadi, che evidenzia come si tratti di "proteste di richiesta di libertà individuali".

'aperture molto limitate possibili solo dopo che riprenderanno pieno controllo della società'

Secondo l'analista in questi giorni stiamo assistendo all'inizio per l'Iran di una "nuova fase di contestazioni" con la richiesta di una "modernizzazione politica e culturale". E finora, osserva, la "risposta" delle autorità è stata "piuttosto rigida", senza che questo sorprenda, proprio per quello che il velo rappresenta per la repubblica islamica.

A "un certo punto", prosegue, è possibile che dalle autorità di Teheran arrivi "qualche apertura molto limitata, un ammorbidimento nelle politiche sociali, ma solo una volta che riprenderanno il pieno controllo della società". Fino ad allora "andranno avanti con la linea dura".

Intanto "questo movimento di protesta per la libertà sta per la prima volta coinvolgendo in modo forte anche i Millennial - conclude - E' un fatto nuovo non solo per l'Iran ma anche a livello globale".

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