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Iran: Nyt, dubbi su accordo con 5+1 frenano ritorno Teheran sui mercati

14 aprile 2014 | 12.09
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(Aki) - L'alleggerimento delle sanzioni imposte a Teheran per il suo programma nucleare, previsto dall'accordo ad interim con le potenze mondiali del gruppo 5+1 stipulato a Ginevra, non si traduce ancora in un rilancio delle attivita' commerciali tra l'Iran e l'Occidente. Lo sostengono alcuni esperti intervistati dal 'New York Times' per comprendere, a quasi tre mesi dall'entrata in vigore dell'intesa, fino a che punto la Repubblica islamica ha beneficiato delle aperture della comunita' internazionale in cambio di uno stop al suo programma di arricchimento dell'uranio oltre il 5%.

"L'Iran e' diventato come la kryptonite per le banche e le societa' di assicurazioni e trasporto", afferma Farhad A. Alavi, esperto di sanzioni internazionali dello studio legale Akrivis di Washington, secondo cui sebbene l'Iran puo' essersi servito dell'accordo come "esca", l'interesse internazionale per Teheran a livello commerciale e' ancora estremamente limitato.

I tentennamenti delle aziende occidentali - spiega Alavi - si spiegano con il rischio che l'accordo ad interim, entrato in vigore il 20 gennaio e valido solo sei mesi, possa cambiare di nuovo a breve nel caso le parti non trovino l'intesa per tramutarlo in definitivo. "Prendiamo l'esempio di una banca tedesca. Le conviene rivedere la sua politica aziendale (sull'Iran, ndr) quando la legge puo' cambiare ed essere ribaltata in sei mesi?", e' il ragionamento dell'avvocato. (segue)

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