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Iran: ong, nuovo rinvio decisione su perdono Reyhaneh

14 ottobre 2014 | 16.25
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E' stata nuovamente rinviata la decisione sul perdono di Reyhaneh Jabbari, la ragazza iraniana condannata a morte per l'omicidio dell'uomo che voleva stuprarla. Lo riferisce ad Aki-Adnkronos International Taher Djafarizad, presidente dell'ong Neda Day, che segue il caso della 26enne iraniana. "I familiari della vittima avevano annunciato a quelli di Reyhaneh che la loro decisione sul perdono della ragazza sarebbe arrivata oggi - dice Djafarizad - ma dopo un incontro tra il figlio della vittima e i genitori della Jabbari la loro decisione è stata nuovamente rinviata a domani".

In base alle leggi iraniane, il perdono della famiglia della vittima può salvare un condannato dalla forca. Il figlio dell'uomo che sarebbe stato ucciso da Reyhaneh chiede però che, in cambio del perdono, la ragazza neghi il tentativo di stupro, richiesta che sarebbe stata ribadita nella riunione di oggi.

Per Djafarizad, il tempo per una decisione stringe, perché "tra una decina di giorni comincia il mese di Moharram, durante il quale in Iran non vengono eseguite condanne a morte". Se non ci sarà il perdono, quindi, l'impiccagione di Reyhaneh dovrà avvenire prima.

"Basterebbe una decisione del governo - dice ancora Djafarizad - per salvare la vita di Reyhaneh, quella del perdono è una pura formalità". La madre di Reyhaneh, Sholeh Pakravan, il 30 settembre aveva lanciato un appello internazionale tramite Aki, per chiedere una mobilitazione che salvi la vita della figlia.

All'appello avevano risposto molte personalità politiche e religiose, tra le quali il ministro italiano degli Esteri, Federica Mogherini. L'ultimo era stato Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, che in una lettera dell'8 ottobre ad Ali Larijiani, presidente del parlamento iraniano, aveva chiesto di garantire a Reyhaneh un "giusto processo".

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