cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 19:56
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Iran, Reyhaneh è stata impiccata

25 ottobre 2014 | 08.55
LETTURA: 5 minuti

La giovane condannata a morte per l'uccisione dell'uomo che voleva stuprarla. All'esecuzione erano presenti i genitori della 26enne e il figlio della vittima, che avrebbe tolto lo sgabello da sotto i piedi della ragazza. A riferire la notizia ad Aki-Adnkronos International fonti della famiglia. Mogherini: "Vittima due volte". Venerdì l'ultimo disperato appello della madre

Iran, Reyhaneh è stata impiccata

Reyhaneh Jabbari, la giovane iraniana condannata a morte per l'uccisione dell'uomo che voleva stuprarla, è stata impiccata a mezzanotte. È quanto riferiscono ad Aki-Adnkronos International fonti della famiglia della ragazza. All'esecuzione erano presenti i genitori di Reyhaneh e il figlio della vittima, che secondo le fonti ha tolto lo sgabello da sotto i piedi della ragazza.

La notizia dell'imminente esecuzione era arrivata venerdì sera, quando i genitori della ragazza erano stati convocati in carcere per vederla per l'ultima volta. La 26enne era poi stata trasferita in un altro carcere non precisato, dove all'alba è stata impiccata.

A nulla è valsa la campagna internazionale lanciata per salvare Reyhaneh, né gli appelli che la madre, Sholeh Pakravan, ha affidato ad Aki-Adnkronos International. "L'ho abbracciata per l'ultima volta - diceva la donna nell'ultimo appello, di venerdì sera - intervenite al più presto, fate qualcosa per salvare la vita di mia figlia".

Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha espresso il suo dolore "profondissimo" per la morte di Reyhaneh, secondo quanto riferisce una nota della Farnesina. "Avevamo sperato tutti che la mobilitazione internazionale potesse salvare la vita di una ragazza che invece è vittima due volte, prima del suo stupratore poi di un sistema che non ha ascoltato i tanti appelli"- ha aggiunto - "a conferma che è proprio sulla difesa dei diritti fondamentali che il dialogo tra i Paesi resta più difficile. Eppure, la difesa dei diritti umani e l'abolizione della pena di morte sono battaglie fondamentali che l'Italia non rinuncerà mai a portare avanti in tutte le sedi".

La 26enne era stata condannata a morte con l'accusa di omicidio, commesso sette anni fa: la vittima era un personaggio 'eccellente', un ex impiegato del ministero dell'Intelligence iraniana, Morteza Abdolali Sarbandi, che secondo il racconto della ragazza aveva cercato di stuprarla. Proprio la determinazione di Reyhaneh nel non ritrattare la sua versione, negando lo stupro come le chiedeva la famiglia della vittima in cambio del "perdono", le è costata la vita.

I fatti risalgono al 2007. Reyhaneh aveva confessato immediatamente l'omicidio, commesso a suo dire per autodifesa. Ma durante la deposizione non le è stato consentito di avvalersi di un avvocato. La prima condanna a morte da parte di un tribunale penale di Teheran è arrivata nel 2009. La sentenza è stata poi confermata dalla Corte Suprema, pochi mesi dopo.

A marzo di quest'anno i familiari di Reyhaneh sono stati informati che la giovane sarebbe stata giustiziata il 15 aprile, ma l'esecuzione era stata poi sospesa. L'esecuzione è stata quindi annunciata per il 30 settembre e successivamente rinviata per altri dieci giorni. Il rinvio è stato poi di fatto prorogato mentre erano in corso trattative fra la famiglia di Reyhaneh e quella di Sarbandi, dato che l'ordinamento della Repubblica Islamica prevede che la pena capitale sia annullata se i familiari della vittime perdonano l'assassino.

Nel frattempo era partita una campagna internazionale per salvare Reyhaneh. Il 30 settembre la madre della giovane, Sholeh Pakravan aveva anche lanciato un appello tramite Aki-Adnkronos International chiedendo alle autorità italiane e vaticane di attivarsi per salvare la vita della figlia. All'appello avevano risposto il ministro degli Esteri Federica Mogherini e altre autorità politiche e religiose.

Venerdì sera dopo aver abbracciato la figlia in carcere per l'ultima volta, la madre aveva lanciato un nuovo disperato appello per salvare la vita della figlia. Il perdono della famiglia della vittima avrebbe salvato Reyhaneh dalla forca, ma il figlio dell'uomo ha chiesto che la ragazza negasse di aver subito un tentativo di stupro e lei si è sempre rifiutata di farlo.

Anche l'ong Neda Day aveva chiesto una mobilitazione internazionale per scongiurare l'esecuzione, invitando tra l'altro tutti gli italiani a recapitare un messaggio di protesta all'ambasciata iraniana a Roma, nel tentativo di riuscire a fermare l'esecuzione di Reyhaneh.

Il caso era seguito inoltre da Iran Human Rights (Ihr), un'ong che si batte contro la pena di morte nella Repubblica islamica e che il 30 settembre aveva riferito come decine di persone si fossero radunate il giorno prima davanti al carcere di Rajaishahr dove era detenuta la ragazza, per protestare contro la condanna. Reyhaneh era stata poi trasferita al carcere di Varamin, a sud di Teheran. Venerdì l'ultimo trasferimento in un carcere imprecisato, dove è avvenuta l'esecuzione.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza